Centramerica. Haiti in fiamme: si combatte al palazzo presidenziale
Protesta contro Henry a Port-au-Prince
La battaglia ormai ha incendiato Champ de Mars, il centro politico di Port-au-Prince dove si trovano le principali sedi istituzionali, la cui ristrutturazione è stata una delle poche opere realizzate con i fondi della comunità internazionale dopo il maxi-terremoto del 2010. Nella notte tra venerdì e sabato, le gang – riunite nella coalizione “Vivre ensemble” – hanno assaltato uno dopo l’altro gli edifici governativi, inclusi il Palazzo presidenziale e l’ambasciata canadese. Secondo fonti Usa, Washington avrebbe deciso di dispiegare nell’isola un reparto delle forze speciali dei Marines per garantire la sicurezza della propria rappresentanza diplomatica e dei suoi cittadini.
Nel caos, Guy Philippe, considerato da molti analisti come uno dei registi della rivolta delle bande armate, ha lanciato un ultimatum al premier, Ariel Henry, bloccato a Porto Rico, affinché si dimetta. Protagonista del golpe contro Jean-Bertrande Aristide nel 2004, Philippe è tornato a novembre dagli Stati Uniti, dove ha scontato sette anni di carcere per narcotraffico. Da allora, è diventato il referente dell’opposizione ad Henry e, secondo la Global initiative against organized crime, ha costituito solidi legami con le gang, accumulando molto potere. Philippe ha detto di volersi candidare alla presidenza e, se sarà eletto, ha promesso l’amnistia agli esponenti delle bande.