Il dramma. Haiti alza le barricate per salvare per la dottoressa rapita
Esplosa per il secondo giorno consecutivo la rabbia dell'isola per l'escalation di sequestri
"Basta violenza" e "Liberate Daymara". La rabbia degli haitiani per l'escalation di sequestri è esplosa per il secondo giorno consecutivo in una mobilitazione che ha bloccato parte della capitale Port-au-Prince e la strada verso Petit-Goâve. Ad innescare la protesta è stato il rapimento, una settimana fa, della dottoressa cubana Daymara Helen Pérez Alabedra, catturata mentre si recava in auto a Martissant, baraccopoli tra le più violente della capitale. Per il rilascio dell'operatrice sanitaria, la banda ha chiesto un riscatto di 100mila dollari. Di fronte a questa nuova emergenza, Cuba ha deciso di riportare a casa 78 tra medici e infermieri impegnati nell'isola. Haiti ormai vive, da oltre un anno, nel silenzio del mondo, una situazione di caos anarchico. A dettare legge, sono le gang che tengono in ostaggio le baraccopoli e si finanziano con i sequestri. Tutti sono a rischio, inclusi i poveri, catturati per portar via loro del cibo o un pezzo dello scarno arredamento. Di recente, però, le gang si stanno concentrando sugli stranieri, per i quali sperano di incassare cifre alte con cui comprare armi. Non solo. Molti analisti parlano di un intento di salto di qualità da parte delle bande per trasformarsi in veri e propri movimenti politici o insurrezionali e conquistare ufficialmente il potere.