Mondo

Guinea Conakry. Africa occidentale, torna l'incubo dell'ebola

martedì 25 marzo 2014

Un'epidemia di Ebola è scoppiata in Guinea Conakry, vicino alla frontiera con laLiberia e la Sierra Leone. In tutto i casi sospetti sono 86, con 59 decessi, tutti nelle regioni del Sudest. Ma la situazione "evolve rapidamente", ha detto a Ginevra il portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tarik Jasarevic. I casi confermati in laboratorio sono 13. In Liberia e Sierra Leone sono stati segnalati casi sospetti: rispettivamente sei, di cui cinque mortali, e due. L'Oms sta inviando in Guinea tre esperti di logistica, tre di epidemiologia nonché un medico antropologo. È risultato invece negativo il caso sospetto di un uomo rientrato dalla Liberia e ricoverato in Canada con i sintomi di una febbre emorragica virale.“Anche se nella capitale le attività quotidiane si svolgono regolarmente - riferisce all'agenzia Misna un testimone sul posto, Charles Quenum - la parola ebola è sulla bocca di tutti. La paura è tanta perché da una parte sappiamo che non c’è alcun rimedio e dall’altra l’origine esatta del virus non è stata ancora identificata”. In base alle informazioni diffuse dalle autorità sanitarie, delle 13 vittime accertate 12 si registrerebbero nelle località di Guéckédou, Macenta e Kissidougou, nella regione meridionale di Forestière, e una nella capitale Conakry. Sulla causa degli altri 47 decessi non c’è stata alcuna conclusione formale.

Tra le ipotesi, anche quella che il virus sia arrivato dalle vicine Liberia e Sierra Leone. Un’ipotesi tutta da confermare. “C’è una vasta campagna di informazione e sensibilizzazione sui media e via sms - riferisce la fonte locale a Misna - che indica ai cittadini quali misure di prevenzione rispettare e le regole igieniche da osservare per mettersi al riparo”. “Ora mi trovo in una scuola della capitale - aggiunge -. Solo pochi alunni sono assenti, ma anche qui osserviamo già le misure di precauzione: gli studenti si lavano spesso le mani con sapone e candeggina, come richiesto dalle autorità sanitarie". Le dichiarazioni ufficiali vengono diffuse col contagocce e con toni prudenti per “evitare il panico generalizzato che causerebbe un esodo di massa dalla capitale – conclude l’interlocutore della Misna -. Anche perché non è detto che nei villaggi si possa essere più al sicuro, purtroppo”.