Il voto di domenica. Elezioni in Grecia: i partiti, le alleanze, la posta in gioco
Il panorama dei partiti che si preentano alle elezioni di domenica in Grecia si può dividere in due grandi gruppi: quello dei favorevoli all'applicazione del terzo programma di salvataggio sul quale l'ex premier Alexis Tsipras si è accordato con i creditori internazionali e quello dei contrari.Nel gruppo dei favorevoli ci sono Syriza (il partito di Tsipras), i conservatori di Nuova democrazia e i socialdemocratici del Pasok. Nell'orbita contraria ci sono tutte le altre formazioni: Alba dorata; il partito comunista Kke, che vuole l'abolizione del memorandum e l'uscita da euro e Ue; Unità popolare, che vuole l'abolizione dei piani di salvataggio e il ritorno alla moneta nazionale.
ECCO I PARTITI FAVOREVOLI ALL'ACCORDO:
SYRIZA (leader Tsipras). Syriza si presenta alle urne mantenendo la stessa leadership di otto mesi fa, quella dell'ex premier Alexis Tsipras. È stato lui a firmare il terzo accordo di salvataggio con i creditori internazionali e questa mossa gli è costata la spaccatura del partito, la cui ala più radicale ora confluita in Unità popolare è convinta che il piano costituisca un tradimento delle promesse elettorali di gennaio, quando erano stati promessi la fine dell'austerità e l'inizio di una nuova era lontana dai memorandum. Oggi, diversamente da allora, Syriza si impegna ad applicare l'accordo, seppur promettendo battaglia sui punti su cui ancora si potrà discutere. "Il governo di Syriza applicherà gli impegni (presi con i creditori internazionali ndr.) ma è determinato a trovare misure che compenseranno e ridurranno al minimo il loro impatto negativo e a negoziare in modo duro le parti dell'accordo che restano aperte", si legge nel piano del partito presentato a fine agosto in vista delle elezioni. NUOVA DEMOCRAZIA (leader Meimarakis). Nuova democrazia, come il Pasok, arriva a questa tornata elettorale con una leadeship rinnovata. Vangelis Meimarakis, 61 anni, due volte ministro e già presidente del Parlamento, ha assunto la guida dei conservatori a seguito delle dimissioni di Antonis Samaras, che ha lasciato l'incarico subito dopo la sconfitta del 'sì' nel referendum del 5 luglio. Allora Tsipras aveva chiamato i cittadini a dire 'sì' o 'no' alla proposta di accordo dei creditori internazionali (rispettivamente 'Nai' o 'Oxi' in greco). PASOK (leader Yenimata). Il Pasok, archiviata la leadership di Evangelos Venizelos (che era stato al governo in coalizione con i conservatori), subito dopo il referendum ha scelto come guida una donna, Fofi Yenimata, già vice ministra in diversi governi e figlia di uno dei fondatori del partito, Yorgos Yenimata, fra i creatori del sistema di sanità pubblica.GRECI INDIPENDENTI (ANEL) (leader Kammenos). Il leader di Greci indipendenti resta l'ex ministro della Difesa Panos Kammenos. Syriza intende rinnovare l'alleanza, ma secondo i sondaggi è improbabile che stavolta il partito riesca a superare la soglia del 3% necessaria a entrare in Parlamento.ECCO I PARTITI CHE SI OPPONGONO A UE E CREDITORI: ALBA DORATA (leader Michaloliakos). Il partito neonazista Alba dorata aspira a confermarsi terza forza parlamentare, posizione che i sondaggi pronosticano. Il suo leader è Nikos Michaloliakos. KKE (leader Kutsumbas). Il partito comunista Kke, sotto la direzione dello storico leader Dimitris Kutsumbas, difende l'abolizione del memorandum e l'uscita della Grecia dall'euro e dall'Ue. UNITA' POPOLARE (leader Lafazanis). Unità popolare è la vera novità di questa tornata elettorale. La formazione dei fuoriusciti di Syriza è guidata dall'ex ministro dell'Energia Panagiotis Lafazanis. Il giorno della fondazione del partito Lafazanis spiegò che l'obiettivo del partito sarebbe stato quello di conseguire i voti di coloro che hanno votato 'no' nel referendum del 5 luglio sulle misure proposte dai creditori internazionali. "Il 'no' del referendum non resterà orfano. La nostra bandiera sarà questo 'no' che ha votato il 62% della popolazione", aveva detto Lafazanis. Unità popolare è favorevole al ritorno alla dracma e chiede l'abolizione dei piani di salvataggio.
IL POSSIBILE OUTSIDER:UNIONE CENTRISTA (leader Levendis). Una sorpresa potrebbe arrivare dall'Unione dei centristi, un partito che esiste dagli anni '80 ma che non ha mai ottenuto una rappresentanza parlamentare. Questa volta potrebbe entrare nell'emiciclo. Questa formazione, guidata da Vasilis Levendis, rivendica gli ideali dell'antica Unione di centro che negli anni '60 arrivò a governare con il mandato di Georgios Papandreou, padre dell'ex premier socialdemocratico Andreas Papandreou e nonno del successivo premier Giorgos Papandreou, che nel 2010 firmò il primo piano di salvataggio internazionale per la Grecia. LE ALLEANZE E I SCENARI DEL DOPO VOTO:1) Syriza si allea con Nuova democrazia. Una simile alleanza garantirebbe una forte maggioranza parlamentare nella Camera di 300 seggi, sostenuta dal sistema elettorale che assegna un bonus di 50 seggi al primo partito. Sarebbe accolta con favore dai creditori internazionali, ma è improbabile. Il leader di Nuova democrazia, Vangelis Meimarakis, si è detto aperto all'alleanza ma ha accusato il leader di Syrizia, l'ex premier Alexis Tsipras, di incompetenza nel gestire la crisi. Tsipras, in difficoltà di fronte agli elettori disillusi di sinistra e centrosinistra, ha affermato che sarebbe una "alleanza anormale". Ha anche accusato Nuova democrazia di far parte di un sistema politico che ha contribuito a gettare la Grecia nella crisi del debito. I due partiti si scontrerebbero su questioni come il dettaglio delle riforme e l'immigrazione, su cui hanno posizioni contrastanti. Un altro rischio è che un'alleanza del genere renda l'estrema destra Alba dorata il maggior gruppo d'opposizione, dando grande visibilità a un movimento i cui leader sono stati incriminati per aver costituito una organizzazione criminale.2) Syriza si allea con i Greci indipendenti. Il partito di sinistra ha definito probabile un'alleanza con l'ex partner di coalizione Greci indipendenti, che ha escluso di allearsi con Nuova democrazia. Ma secondo i sondaggi il partito di destra potrebbe non superare la soglia del 3% necessaria a entrare in Parlamento. Sia Pasok, sia To Potami, hanno escluso di allearsi con i Greci indipendenti. 3) Nuova democrazia o Syriza si alleano con To Potami, Pasok. Meimarakis ha dichiarato che Nuova democrazia collaborerà con i partiti pro-euro, se Syriza respingerà la sua offerta, alludendo a To Potami e Pasok. Anche Tsipras ha lasciato aperta la porta a una coalizione del genere, seppur con riserve. To Potami, fondato lo scorso anno da un ex giornalista e fortemente a favore della permanenza nell'eurozona, sarebbe favorevole a un'alleanza con la sinistra o con i conservatori. Secondo i sondaggi, otterrà tra il 4% e il 7%. Simile il risultato atteso per Pasok, che era arrivato al 44% quando la crisi esplose nel 2009, con pronostico tra 4% e 6%. Il partito ha partecipato a governi con Nuova democrazia e partiti più piccoli durante la crisi. La sua leader Fofi Gennimata ha affermato che solo attraverso la collaborazione la Grecia potrà essere trascinata fuori dalla crisi. Tuttavia, avendo sperimentato coalizioni fragili, potrebbe non voler rischiare la sua già scarsa popolarità.4) Non si riesce a formare il governo, servono altre elezioni. Nessuno vuole una nuova convocazione alle urne. Il voto di domenica 20 settembre sarà il terzo quest'anno dopo le elezioni di gennaio e il referendum sul salvataggio a luglio. Tsipras ha già fatto intravedere quel che potrebbe essere un gioco di accuse incrociate, se fossero indette nuove elezioni. Questa settimana ha infatti detto che To Potami e Pasok dovrebbero valutare di assumersi la responsabilità di una nuova chiamata alle urne.