Ieri la rottura delle trattative nella riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles, con Atene che ha respinto la proposta di mantenere il piano di bailout (ovvero il salvataggio di un'istituzione in stato di insolvenza) per altri sei mesi. Oggi la Grecia conferma che non accetterà le condizioni imposte dall'Unione Europea.
Tsipras non lascia dubbi
Il premier greco Alexis Tsipras ha detto oggi che il suo governo non soccomberà al ricatto dei partner della zona euro e di non avere fretta di raggiungere un nuovo accordo sul debito. Tsipras ha aggiunto che la Grecia sta lavorando per arrivare a un patto, ma di non volere compromessi. Il suo partito, Syriza, intende mantenere le promesse elettorali di mettere fine all'austerità imposta dall'Ue e dal Fondo monetario internazionale, in cambio del piano di salvataggio della Grecia.
"C'era l'abitudine al fatto che i nuovi governi agivano in maniera diversa rispetto alle promesse pre-elettorali. Lo ribadisco, pensiamo davvero di mantenere le nostre promesse di cambiamento", ha detto.
No del governo di Atene agli ultimatum di Ue e Fmi
Il governo greco ritiene che un accordo con i partner europei resti "totalmente fattibile" ma non accetterà ultimatum. Lo spiega una fonte governativa. Atene continua a contestare di dover collaborare strettamente con i partner europei su temi di politica economica come pensioni o lavoro, e rifiuta ogni estensione o completamento dell'attuale programma di bailout, sottolinea la fonte, aggiungendo che il governo greco è concentrato nella ricerca di una soluzione mutualmente benefica con i partner europei.
L'inflessibile Schaeuble
A parere del titolare alle Finanze tedesco Wolgang Schaeuble sarebbe ancora poco chiara in sede europea la reale posizione di Atene sul programma di sostegno finanziario da parte dei creditori internazionali.
Parlando alla stampa all'indomani del nulla di fatto dell'Eurogruppo e al termine del consiglio Ecofin, il ministro spiega che un'estensione temporale del programma avrebbe senso soltanto a condizione che la Grecia intenda proseguire secondo lo schema previsto dall'attuale piano del cosiddetto bailout.
"È necessario che su questo ci sia un chiaro impegno" dice. Sempre secondo Schaeuble, sul dossier Grecia ci sarebbe piena unità di intenti tra i ministri finanziari della zona euro e Atene ha finora avuto scarso successo nel tentativo di persuasione dei partner comunitari. Berlino vuole che la Grecia resti nella zona euro, conclude, ma su questo la decisione spetta soltanto ad Atene.
Padoan: il confronto resta aperto
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha detto oggi che il dialogo con la Grecia, che ieri non ha accettato un'estensione del bailout internazionale, resta comunque aperto, augurandosi un esito positivo. "La Grecia non era in agenda. Il dialogo rimane aperto e penso costruttivo e spero che sarà finalizzato presto", ha detto Padoan ai giornalisti al termine di una riunione dell'Ecofin a Bruxelles oggi.
A rischio i soldi residui del Fondo banche senza estensione bailout
In caso di mancata estensione del piano di bailout la Grecia potrebbe perdere la quota rimanente del fondo per la ricapitalizzazione delle banche del paese.
L'Hellenic Financial Stability Fund (Hfsf), inizialmente dotato di 50 miliardi di euro, ha un cuscino residuo di 11 miliardi, investiti in obbligazione dell'Efsf, destinati alla ricapitalizzazione o alla gestione di fallimenti bancari.
Qualora non venisse raggiunto un accordo tra Atene e suoi creditori, i bond potrebbero essere ritenuti dall'emittente e dedotti dal debito greco.
"Ogni anno deve essere esteso il periodo di disponibilità di questi bond" dice un dirigente dell'Hfsf. "Se ci sarà un'estensione del programma, potremo chiedere anche un'estensione della disponibilità di tali bond".
Il precedente governo greco, guidato da Antonis Samaras, che già aveva concordato un'estensione di due mesi del programma di bailout, aveva inoltre richiesto una pari estensione della disponibilità dei bond Efsf. Samaras aveva inoltre proposto di reindirizzare i bond in questione verso una linea di credito precauzionale da costituire per gestire l'uscita della Grecia dal bailout.