La Grecia rovescia il tavolo con l'Europa e lo fa davanti al presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem volato ad Atene a proporre le condizioni di
Bruxelles, tutte rigettate. Il nuovo Governo non vuole né un'estensione del programma di aiuti e né il ritorno della Troika Ue-Bce-Fmi per concludere l'attuale piano, due mosse che secondo la Ue avrebbero dato a tutti il tempo di parlare del
futuro.
Ma Alexis Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yanis
Varoufakis vogliono voltare pagina subito, e sono disposti a
tutto, anche ad assumersi il rischio di arrivare alle prossime
scadenze sui titoli senza gli aiuti internazionali. Lo scontro è
dunque altissimo, e la Germania chiude anche oggi la porta a
qualunque negoziato sul debito: non ci faremo ricattare, ha
detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. Non
rispettando le condizioni trattate con la troika Tsipras "mette
il suo Paese in pericolo", avverte il presidente del Parlamento
Ue, Martin Schulz, intervistato dal settimanale tedesco Der
Spiegel. "Gli elettori greci - chiosa - devono essere
realistici. Le promesse elettorali vengono mantenute raramente e
non ci sono elefanti rosa che sanno suonare la tromba".
La riunione tra Dijsselbloem e Varoufakis è tesa fin da
subito, e si conclude con una breve conferenza stampa nella
quale i due si guardano a fatica. E nemmeno ci provano a
nascondere l'aperto conflitto: "Non ho alcuna intenzione di
collaborare con i funzionari della Troika per l'estensione del
programma di salvataggio" in scadenza a fine febbraio, ha detto
il ministro. "Ignorare i compromessi già fatti non è la strada
da seguire", ha risposto il presidente. Le differenze tra i due
sono "enormi", confida una fonte europea.
Il nuovo Governo vuole una soluzione che dia sollievo al suo
debito, negoziandola in un consesso diverso da quelli
intervenuti finora in modo da arrivare a conclusioni diverse,
magari più 'creative' di quelle di Bruxelles, vincolata alle
regole. Ma Dijsselbloem esclude l'idea a priori: "Dovete capire che
questo luogo dove negoziare esiste e si chiama Eurogruppo",
spiega al ministro, mettendo in guardia i nuovi governanti da
"mosse unilaterali", dopo le quali il dialogo si interromperebbe
immediatamente. L'importante, ricorda, è che la Grecia "non
mandi perduto tutto quello che è stato raggiunto negli ultimi
anni".
Che l'atmosfera si stia scaldando sempre di più, lo dimostra
anche l'escalation di dichiarazioni in arrivo da Berlino: "Siamo
difficili da ricattare", avverte Schaeuble a proposito delle
idee greche sul debito. Ipotesi, quella del taglio o della
svalutazione, che considera "un divorzio dalla realtà".
Del resto, i privati ci hanno già rimesso una volta con l'
'haircut', il taglio del valore nominale dei titoli deciso
durante la ristrutturazione del debito, e la Germania la vede
come un'esperienza irripetibile, anche perché darebbe una
cattivo segnale agli investitori.
Berlino era favorevole solo al prolungamento del programma,
"ma solo se fosse collegato a una chiara disponibilità a
realizzare le riforme concordate". Questione che da oggi è
ufficialmente esclusa, perché, come ha spiegato Varoufakis, la
Grecia che rifiuta l'austerità non può accettare l'estensione di
un programma basato proprio su quella.
Ora tocca al Governo greco decidere cosa fare, ha spiegato
Dijsselbloem lasciando Atene visibilmente alterato. La Grecia,
senza piano di aiuti, rischia di finire il 'cash' per onorare le
prossime scadenze a metà anno: tra luglio e agosto deve ridare
alla Bce circa 6 miliardi di euro. Se non consente alla Troika
di tornare, dettando le ultime condizioni per avere l'ultima
tranche di aiuti, nemmeno l'attuale programma sarà portato a
termine. Il che la taglierebbe fuori anche dal QE della Bce e
dalla liquidità d'emergenza per le banche, che da quei fondi
dipendono. E il clima teso, si riflette subito sui titoli: lo
spread vola a 1.049 e i rendimenti dei decennali, in netto
rialzo, a 10,79%.