Il Parlamento greco ha approvato il piano di austerità. I voti favorevoli sono stati 155. Da ieri il Paese è in sciopero generale: gli scontri tra manifestanti e polizia che avevano caratterizzato la giornata di ieri sono proseguiti: oltre 500 i feriti, decine i fermi. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni davanti al Parlamento greco questa mattina per allontanare i manifestanti che contestavano il progetto di austerità. Gli occhi dell'Europa sono oggi puntati su Atene dove i parlamentari sono chiamati a votare in favore di un progetto con le misure di austerità, cruciale per evitare al paese il fallimento e per non mettere in pericolo la zona euro. I manifestanti hanno raggiunto da questa mattina il centro della città per cercare di protestare contro il voto accerchiando simbolicamente il Parlamento. Secondo un giornalista dell'
Afp, la polizia ha iniziato il lancio di lacrimogeni per allontanare i gruppi di manifestanti. In seguito numerose persone si sono allontanate rifugiandosi all'ingresso della metropolitane di piazza Syntagma. Mentre gli scontri fra poliziotti e manifestanti nel centro di Atene continuano, anche se con minore intensità, oltre 500 feriti di ogni età sono raccolti nel centro provvisorio allestito nella stazione della metropolitana di piazza Syntagma e hanno bisogno di soccorsi. A lanciare l'appello attraverso la stazione Tv privata
Alter è stato un medico. L'aria nella piazza è irrespirabile a causa delle nuvole di gas lacrimogeno e del fumo che si innalza dai cassonetti dati alle fiamme e - nonostante ciò - molti del movimento degli "indignati" si trovano ancora sul posto.
UE, PASSO AVANTI VERSO SALVEZZAIl voto espresso oggi dal Parlamento di Atene è un «importante passo avanti» verso la salvezza e il default. Ma per completare l'opera serve che il Parlamento approvi domani anche le misure destinate a realizzare il programma di risanamento. Lo hanno detto il presidente della Commissione Ue José
Manuel Barroso e il presidente del Consiglio Ue
Herman Van Rompuy.
SALE TENSIONE VOTO AUSTERITYIn un clima di forte tensione - esacerbato da uno sciopero generale di 48 ore e violenti scontri di piazza nel centro di Atene con decine di feriti e arresti - è proseguito anche oggi il dibattito nel Parlamento greco sul programma a medio termine, varato dal governo di comune accordo con la
troika, per garantire alla Grecia, oltre alla quinta
tranche del prestito concesso un anno fa, un nuovo prestito per il periodo 2011-2015, fino a quando cioe' il Paese sara' in grado di uscire di nuovo sui mercati.Nella prima seduta parlamentare svoltasi ieri sera, il premier socialista Giorgio Papandreou e il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos hanno dedicato gran parte dei loro interventi ai parlamentari del loro partito (Pasok, al governo) nel timore che qualcuno di essi voti contro il programma, facendo appello al loro spirito di patria. «Per tutti noi è l'ora della responsabilità - ha detto
Giorgio Papandreou. - So che il gruppo parlamentare del Pasok farà il suo dovere votando per il futuro del Paese e dei nostri figli». Nea Dimocratia, il principale partito d'opposizione di centro destra, da parte sua, insiste nel voler votare contro il programma, perché - sostiene - «non si può votare a favore di una politica che sprofonda il Paese nella recessione». E afferma, d'altra parte, che il governo «ricatta con problemi che non esistono, perché la concessione della quinta
tranche del prestito da parte dei creditori non dipende dall'approvazione o meno del Programma discusso in Parlamento». Il Partito Comunista di Grecia, da parte sua, ha abbandonato l'aula per ripresentarsi domani per la votazione, mentre Syriza (l'altro partito della sinistra), ha sostenuto che il programma è incostituzionale, provocando la dura reazione del ministro delle Finanze. Anche l'esponente di Laos, il piccolo partito di destra, ha detto che il suo partito voterà contro e ha sostenuto che il governo dovrà chiedere l'approvazione del programma a 180 parlamentari, cioè ai due terzi del Parlamento, «per poter andare a trattare in Europa con un consenso più ampio».Intanto anche oggi il Paese è stato nuovamente paralizzato da uno sciopero generale di 48 ore, il primo del genere nella storia della Grecia, indetto dai due maggiori sindacati, Adedy e Gsee - che raggruppano rispettivamente i dipendenti del settore pubblico e di quello privato - i quali respingono le rigide misure di austerità previste dal programma. Alle manifestazioni svoltesi da stamani nella capitale e in altre città del Paese hanno partecipato decine di migliaia di cittadini. Come da copione, anche gli scontri odierni sono cominciati quando diverse decine di giovani incappucciati e muniti anche di maschere antigas si sono infiltrati in mezzo alla pacifica folla degli ''indignati'' e hanno cominciato a provocare i poliziotti scagliando pietre e altri oggetti contro le forze dell'ordine che hanno reagito esplodendo candelotti lacrimogeni.