Roghi in Grecia. Stretti in un ultimo abbraccio: madri e figli come a Pompei
Sono morti così, stretti in un ultimo, disperato abbraccio. Nell’incendio che ha devastato Mati, a nord di Atene, ci sono tutte le storie di chi viveva lì e ha fatto di tutto per salvarsi. Alcune verranno fuori nei prossimi giorni, altre si sono presentate ai pompieri e ai soccorritori della loro tragica immediatezza. La più toccante e commuovente ieri è stata sicuramente quella di due madri, ritrovate strette ai loro figli. Hanno cercato di portarli in salvo da quell’inferno. Ma non ce l’hanno fatta. Si sono accasciate a terra con i loro piccoli fra le braccia, le fiamme hanno fatto il resto. I primi arrivati sul posto hanno trovato i corpi delle due madri e dei loro figli completamente carbonizzati. Ma nemmeno l’inferno che se li stava portando via ha potuto interrompere il loro abbraccio. Nei prossimi giorni potrebbero essere trovate altre persone che, in un disperato tentativo di mettersi in salvo, hanno dovuto cedere di fronte alla violenza dell’incendio.
Per il momento, queste due madri rimangono in qualche modo il drammatico simbolo di questa disgrazia. Una scena tragica e allo stesso tempo toccante, quella di quattro vite colte proprio nel momento della loro morte. Stando a quanto hanno raccontato le tv locali, l’immagine ha avuto un impatto emotivo fortissimo su quelli che l’hanno vista, tanto che qualcuno l’ha anche paragonata ai «calchi di Pompei». Anche in occasione della catastrofica eruzione del 79 d.C., alcuni corpi furono ritrovati come statue, calchi creati dalla cenere e dai lapilli nei loro ultimi istanti di vita. Madri che abbracciavano i loro figli, persone accovacciate nel disperato tentativo di fuggire alla violenza della natura.
Mati come Pompei, a dimostrare che, anche dopo secoli, la vita umana è impotente davanti alla forza dell’ambiente. Le fiamme in Grecia sembrano proprio voler raccontare questo. L’impotenza dell’uomo davanti alla natura che lo circonda e che a volte sembra quasi voler ricordare che, nonostante gli interventi dell’uomo, troppo spesso non ponderati, la natura è sempre pronta a presentare il conto, lasciando agli uomini appena il tempo di morire.