CORNO D'AFRICA. Eritrea, tentativo di golpe ad Asmara
«In città la situazione è calma, nel senso che non ci sono state sparatorie né episodi di violenza ma la tensione è palpabile. La gente non sa cosa stia accadendo esattamente, né cosa aspettarsi». Fonti dell'agenzia Misna descrivono così la situazione ad Asmara, capitale dell'Eritrea, a poche ore da un presunto ammutinamento di militari che hanno fatto irruzione nel ministero dell’Informazione e della tv di stato eritrea.
Secondo quanto riferito da testimoni oculari (che hanno chiesto di restare anonime per ragioni di sicurezza) «i militari hanno fatto irruzione nella sede del ministero e hanno preso in ostaggio circa una settantina di persone che ci lavorano». Dopo aver costretto il direttore dell’emittente a leggere un comunicato in cui chiedono emendamenti alla Costituzione e la liberazione dei prigionieri politici e d’opinione (dai 5mila ai 10mila, secondo le Nazioni Unite) i militari al comando del generale Weldeyohannes Filippos – ex fedelissimo del presidente Isaias Afewerki – si sarebbero diretti verso una meta ignota portando con loro parte del personale del ministero.
Secondo quanto riferito dall'agenzia Reuters, circa 200 soldati eritrei con due blindati hanno circondato il ministero dell'Informazione nella capitale Asmara. Ma non ci sarebbero tank o posti di blocco per le strade delal capitale. «Non è ancora chiaro se quello in corso sia un tentativo di sovvertire il governo attuale, ma di sicuro la situazione è tesa in queste ore nella capitlae” aggiungono le stesse fonti. Secondo alcune informazioni in circolazione sul web e nei forum della diaspora eritrea, tra le persone sequestrate al ministero dell’Informazione questa mattina ci sarebbe la figlia del presidente Elsa Isaias, che lavora nell’emittente Eri-tv. Televisione e radio di stato hanno smesso di trasmettere dopo che le truppe si sono mosse, e questo pomeriggio i programmi non sono ancora ripresi. L’Eritrea è sulla lista nera della associazioni per i diritti umani per violazioni dei diritti e arresti arbitrari di oppositori e giornalisti. Dal paese ogni anno sono migliaia le perosne che tentano la fuga pur di sottrarsi alle durissime condizioni di vita e a una leva militare obbligatoria che può durare oltre trent’anni. Nei mesi scorsi, a fare scalpore sulle pagine della stampa africana e internazionale era stata la fuga dell’intera nazionale di calcio che ha chiesto asilo politico in Uganda e del Ministro dell’Informazione, Ali Abdu, che avrebbe chiesto asilo in Canada.