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Africa. Golpe in Guinea, presidente prigioniero e coprifuoco

Redazione Internet lunedì 6 settembre 2021

Soldati golpisti acclamati nelle strade di Conakry

Torna nel caos la Guinea Conakry, poverissimo Paese dell'Africa occidentale guidato finora da un contestato presidente di 83 anni, Alpha Conde, al terzo mandato nonostante la Costituzione ne prevedesse un massimo di due. Al termine di una domenica confusa di spari e paura per gli abitanti della capitale e di notizie contrastanti, il leader della rivolta, il capo delle forze speciali Doumbouya, circondato dai suoi, ha annunciato alla tv di Stato di aver catturato il presidente e preso il controllo, e la sostituzione dei governatori con i militari, invitando i soldati a rimanere nelle caserme e i cittadini in casa "fino a nuovo ordine". L'Onu ha condannato l'azione, chiedendo la liberazione di Conde. L'Unione Africana sta valutando un consiglio straordinario da tenersi al più presto.

La situazione nel Paese resta incerta, sia per i dubbi sull'autenticità di un video diffuso dai golpisti in cui Conde appare circondato dai militari armati, sia per i proclami del ministero della Difesa che sostiene di aver respinto il golpe. Di certo c'è l'annuncio dei militari e la capitale sotto assedio, mentre ci si interroga sul seguito che potrà avere la rivolta delle forze speciali, che giunge una settimana dopo l'approvazione in parlamento di un aumento del budget per la presidenza e i parlamentari a fronte di una diminuzione sostanziale per coloro che lavorano nei servizi di sicurezza come la polizia e i militari.

Testimoni hanno riferito di spari fin dalla prima mattinata e militari nelle strade del centrale quartiere di Kaloum, dove si trovava il presidente. Poi i golpisti hanno proclamato la sua cattura mentre dal governo giungevano annunci di un tentativo respinto con l'arresto di 25 ribelli. Nelle immagini diffuse ieri pomeriggio il presidente Conde appare seduto a piedi nudi su un divano con aria dimessa ma illeso, circondato da uomini armati in divisa. Nelle più recenti nelle strade deserte si aggirano solo uomini in divisa. I civili si tengono al sicuro, compresa la nazionale di calcio del Marocco che domani avrebbe dovuto disputare con la Guinea una partita di qualificazione per i Mondiali, rimasta chiusa in albergo in attesa di un volo che la riporti a casa. Poi l'annuncio del successo del golpe da parte del colonnello Mamadi Doumbuya, rimbalzato sui social.

L'ex ufficiale della Legione straniera francese ha annunciato la chiusura dei confini terrestri e aerei della Guinea e lo scioglimento del governo. Indossando una divisa costellata di medaglie, occhiali da sole e berretto rosso da ufficiale, Doumbuya ha detto di aver agito a causa della "cattiva gestione" del governo, della corruzione e del mancato rispetto dei diritti.

Conde, 83 anni, un tempo leader dell'opposizione, era stato imprigionato e condannato a morte prima di diventare il primo leader democraticamente eletto della Guinea nel 2010, confermato poi nel 2015 dopo essere sopravvissuto a un attentato nel 2011. Le speranze di una nuova era nell'ex colonia francese si sono tuttavia presto dissolte quando è iniziata nel Paese una dura repressione degli oppositori e la decisione di intraprendere a tutti i costi un terzo mandato presidenziale.

La Guinea, uno dei Paesi più poveri del mondo nonostante vanti significative risorse minerarie, è stata a lungo afflitta dall'instabilità politica. Il colpo di Stato arriva nel mezzo di un lungo periodo di tensione politica, seguita alle elezioni che hanno portato al terzo mandato di Conde tra accuse di brogli.