Africa. Gli albini «neri» che hanno successo, contro ogni superstizione
Il rapper della Tanzania Sixmund Mdeka canta per i diritti degli albini: nel suo Paese sono circa 100mila (Alessandra Argenti)
«Se chiudete gli occhi e sentite la mia voce, pensereste mai che sono una persona affetta da albinismo?». Grace Mumbi Ngugi è una dei 150 giudici dell’Alta Corte in Kenya. Prima di raggiungere tale ruolo, però, la sua strada è stata tutt’altro che facile, soprattutto a causa della malattia. «Sono uguale a tutti gli altri», continua Mumbi, ora di stanza presso il tribunale della cittadina di Kericho, nell’ovest del Paese.
«Un giovane albino, una giovane albina hanno le stesse ambizioni di qualsiasi altro essere umano. Ciò che vorrei – sottolinea la giudice –, è una società in cui io, seppur affetta da albinismo, venga accettata da tutti per quello che sono. I governi africani devono quindi aiutarci in questo processo». Neri ma bianchi, a causa della scarsità di melanina presente nel corpo. Una condizione per cui in Africa si rischia la vita. Gli albini vengono infatti uccisi, mutilati, e le parti del corpo sono poi vendute ai “guaritori tradizionali” per superstizione.
«In Africa subsahariana può nascere con l’albinismo una persona ogni 5mila», affermano gli esperti. Tali statistiche sono però difficili da verificare poiché gran parte degli albini vengono nascosti o uccisi dai membri delle loro stesse famiglie. Da quando i media hanno iniziato a parlare delle persecuzioni contro gli albini in Africa, alcune autorità locali hanno adottato nuove misure per contrastare tale fenomeno. C’è però chi sopravvive e riesce ad avere successo nella vita nonostante le sfide quotidiane. Sempre in Kenya, Isaac Mwaura, 35 anni, è appena stato eletto senatore per la coalizione di partiti al governo, Jubilee. Mwaura, che rappresenta i “gruppi di interesse speciali e per i disabili”, è il primo deputato albino del Paese.
«Spesso le persone non vogliono neanche stringermi la mano – spiega il senatore keniano, cofondatore nel 2006 dell’organizzazione “Società di albinismo in Kenya” (Ask) di cui ora è il coordinatore nazionale –. Pensano erroneamente che l’albinismo sia contagioso». In Tanzania, dove vivono circa 100mila abitanti affetti da albinismo e dove ci sono 67 processi in sospeso relativi ai crimini contro gli albini, il rapper albino, Sixmund Mdeka, canta per i diritti degli albini.
«Se fossi presidente – afferma Mdeka – cercherei di aiutare i bambini affetti da albinismo o da altre disabilità soprattutto nel campo dell’istruzione». Anche Ikponwosa Ero, albina nigeriana e funzionaria dell’Ufficio Onu per i diritti umani (Ohchr), lotta da diversi anni per i diritti degli albini africani. «Sono stati fatti molti passi avanti per contrastare le persecuzioni contro gli africani affetti da albinismo – ha dichiarato Ero, al lavoro su un rapporto che sarà presentato a marzo 2018 davanti al Consiglio dei diritti umani a Ginevra –. La strada per garantire i nostri diritti è però ancora molto lunga».