Torna a infiammarsi l'area del Golfo.
L'Arabia Saudita ha reso noto di aver eseguito 47 condanne a morte
per terrorismo, 43 membri di Al Qaeda e quattro attivisti sciiti, tra
cui l'influente imam sciita Nimr al-Nimrits. Proprio l'esecuzione di
quest'ultimo ha suscitato l'ira di Teheran che ha avvertito che Riad
la "pagherà cara". Nelle stesse ore la coalizione a guida saudita ha
annunciato la fine del cessate il fuoco in vigore dal 15 dicembre in
Yemen con i ribelli sciiti houthi, un'altra decisione destinata a
inasprire i rapporti con l'Iran.
Nimr al-Nimr era considerato come
uno dei principali organizzatori delle proteste sciite
divampate nel 2011 e protrattesi fino al 2013 nelle regioni
orientali del regno a guida sunnita per chiedere la fine
dell'emarginazione delle minoranze religiose. Una rivolta in
cui furono uccisi diversi poliziotti a colpi d'arma da fuoco o
con il lancio di molotov e per la quale sono già stati
giustiziati numerosi militati sciiti. Gli sciiti sono il 5%
della popolazione saudita.
L'Arabia Saudita ha eseguito almeno 157 condanne a morte
nel 2015, primo anno di regno di Salman bin Abdelaziz, un netto
aumento rispetto alle 90 del 2014.
Il ministero dell'Interno ha iniziato il comunicato sulle
nuove esecuzioni con la citazione di versetti del Corano e la
tv di Stato ha mostrato immagini di cadaveri e locali distrutti
negli attacchi qaedisti. Il Gran muftì saudita, Sheikh
Abdulaziz Al al-Sheikh, è apparso in tv e ha definito giuste
le condanne a morte.
Si è trattato della più massiccia
esecuzione in Arabia Saudita dal 1980, quando furono
giustiziati 63 ribelli jihadisti che avevano attaccato la
Grande Moschea della Mecca nel 1979.
Le esecuzioni dei qaedisti rischiano di portare a
un'ulteriore escalation nella guerra al Daesh i cui
simpatizzanti hanno già colpito in Arabia Saudita nel 2015,
accrescendo la pressione sulle autorità perchè usassero il
pugno duro contro i militanti jihadisti.
La scelta di giutiziare Nimr al-Nimr e almeno altri tre
attivisti sciiti (di cui uno che era minorenne all'epoca
dell'arresto), invece, potrebbero aggravare i rapporti con la
grande potenza rivale nella regione, l'Iran sciita.
Il fratello del religioso sciita, Mohammed al-Nimr, ha
espresso l'auspicio che qualsiasi risposta alle esecuzioni sia
pacifica: "Nessuno deve avere reazioni al di fuori di una
cornice pacifica, basta bagni di sangue".