Varsavia. Il presidente polacco mette il veto e ferma la legge sulla Giustizia
Il presidente polacco, Andrzej Duda, ha posto il veto alle leggi di riforma della Corte Suprema e del Consiglio nazionale della magistratura, che - secondo i critici - riducono l'indipendenza della magistratura.
"Questa legge (sulla Corte Suprema) non rafforzerà il sentimento della giustizia" nella società, "queste leggi
devono essere sacrificate", ha detto Duda, in una dichiarazione al Paese trasmessa in televisione. La legge di riforma ha causato per giorni imponenti manifestazioni nelle strade polacche e la minaccia di sanzioni da perte dell'Unione Europea che mercoledì dovrebbe emettere il terzo "avviso" al Paese.
A uno dei cortei ha preso parte anche uno dei "padri" della Polonia post-comunista. «Durante ogni incontro dovete annunciare che Lech Walesa è con voi e salute permettendo, vi sostiene sempre in difesa delle conquiste degli anni Ottanta ovvero le fondamenta sulle quali dobbiamo nuovamente ricostruire la nostra patria», aveva detto sabato l’ex presidente polacco parlando a una manifestazione davanti agli ex Cantieri navali di Danzica. Sabato in almeno 50 città la gente è scesa in strada per sfidare le leggi che minano l’autonomia della magistratura. «Sarò con voi anche nel caso del vostro arresto – ha aggiunto Walesa intervenuto al comizio organizzato dal Comitato della difesa di democrazia (Kod) della regione Pomerania all’indomani delle decisioni del Parlamento che eliminano in Polonia le libertà dei giudici.
Il Senato polacco, dominato dai populisti conservatori, ha infatti approvato la controversa riforma della Corte Suprema, a dispetto dei numerosi avvertimenti da parte dell’Unione Europea, di Washington. Il testo, adottato mercoledì dalla camera bassa, è stato approvato con 55 voti a favore, 23 contrari. Due senatori si sono astenuti. Con il nuovo logo “3 volte No”, (3XNIE), creato dal famoso grafico di Solidarnosc Jerzy Janiszewski, l’opposizione intende chiedere al presidente polacco Andrzej Duda di non firmare le tre leggi, entro 21 giorni dalla loro approvazione. Le proteste a Poznan (Ansa)