Vite sospese e intrappolate in “un punto zero” a causa della guerra siriana. La peggiore emergenza umanitaria degli ultimi tempi, che in oltre quattro anni di guerra ha generato quasi 4 milioni di profughi, e oltre 7.6 milioni di sfollati interni, raccontata attraverso la struggente storia in presa diretta di
Maamun Al-Wadi, rifugiato siriano che inizia una nuova vita nel campo profughi di Zaatari, in Giordania, riparando telefonini e aiutando gli amici a stampare foto dei bei tempi andati. In occasione della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno, Oxfam e Echo, la Direzione per gli Aiuti Umanitari della Commissione Europea presentano il trailer del nuovo documentario District Zero, come parte della campagna
“You save lives”. Partecipazione straordinaria dell’attrice Margherita Buy che ha prestato la sua voce per la parte introduttiva della versione italiana del documentario, che sarà presentato in anteprima assoluta al pubblico a settembre ad Expo Milano 2015.
Maamun è uno degli oltre 59,5 milioni di rifugiati e sfollati presenti oggi nel mondo e gestisce un piccolo negozio di telefonini a Zaatari, il secondo campo profughi più grande del pianeta: ripara telefoni, ricarica batterie e ripristina gli unici collegamenti che i vicini del campo hanno ancora con la Siria. Nel campo profughi sono in molti a frequentare il suo negozio, e grazie alle loro schede di memoria scopriamo com’era la loro vita in Siria un tempo: felicità, routine, vita familiare, ma anche guerra, distruzione, conflitti e terrore. Uno dei momenti più toccanti del documentario è quando Maamun decide di acquistare una stampante, perché i rifugiati del campo possano dare vita ai loro momenti felici attraverso le fotografie. Il titolo del documentario girato a Zaatari nel marzo 2015, evoca l’idea delle vite dei profughi ferme a un “punto zero” a causa della guerra.