Stop ai vaccini. Covid, Berlino cerca l'alternativa negli anticorpi monoclonali
Un anziano di 92 anni viene vaccinato a Berlino
Mentre Ursula von der Leyen, da Bruxelles, richiamava i vertici di AstraZeneca per esigere a una consegna dei vaccini «nei tempi previsti», in Germania – terra natale della presidente della Commissione – si è pure iniziato a indagare su una nuova soluzione, potenzialmente più rapida e facile da reperire.
Se l’obiettivo, precisano i vertici Ue da Palais Berlaymont, è sempre quello di immunizzare entro marzo l’80% della popolazione vulnerabile e del personale sanitario, ed entro l’estate il 70% di tutti gli europei, prende sempre più consistenza l’idea di affiancare un’altra possibilità terapeutica, finora rimasta in secondo piano, a causa dei costi elevati: gli anticorpi monoclonali.
La Germania ha infatti acquistato 200mila dosi del cocktail sperimentale di anticorpi che fu usato lo scorso ottobre per curare l’ex presidente americano, Donald Trump. Lo ha annunciato due giorni fa il ministro della Salute, Jens Spahn. Con un costo proibitivo, 2mila euro a dose, la cura con anticorpi monoclonali nelle prossime settimane verrà messa a disposizione di ospedali universitari tedeschi. Il ministro Spahn ha assicurato che la Germania sarà «il primo Paese Ue» a usarla nella lotta alla pandemia. Non è stato dichiarato quale sia il produttore del trattamento, ma Spahn ha confermato che è lo stesso “cocktail” che è stato somministrato a Trump, e quindi dovrebbe trattarsi dell’azienda di biotecnologie statunitense Regeneron. Senza un parere positivo dell’Ema – l’Agenzia europea per i medicinali – il suo impiego è consentito solo a scopo di ricerca. Gli anticorpi monoclonali non agiscono in modo preventivo, come i vaccini, ma in alcuni stadi della malattia, ha affermato Angelo Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negrì «sono utili a curare il Covid, visto che non ci sono altri rimedi».
In attesa dei risultati di questa sperimentazione e dell’evoluzione della complessa trattativa sulla fornitura dei vaccini, la Germania aveva già prolungato il lockdown fino al 15 febbraio. Grande preoccupazione nel governo di Berlino ha suscitato la variante britannica del virus, definita dal portavoce Seibert un pericolo «grande e reale». Per questo, «quanto più bassi saranno i numeri del contagio, tanto meglio riusciremo a frenare la diffusione della mutazione». Le severe misure di contenimento – la Germania ha infatti prolungato il lockdown fino al 14 febbraio che impone pure il proseguimento della chiusura delle scuole – secondo l’esecutivo stanno portando il Paese sulla «buona strada», mentre calano i numeri dei contagiati e diminuiscono i pazienti in terapia intensiva. Ieri in Germania, secondo il Robert Koch Institut, sono stati registrati 6.729 nuovi casi e 217 decessi. Si tratta del più basso numero di contagi giornaliero mai registrato da ottobre.