Germania. Sì alle nozze gay. L'arcivescovo Koch: «Rammaricato»
La cancelliera tedesca Angela Merkel (Ansa)
Il Bundestag (parlamento) tedesco ha approvato stamani a maggioranza le nozze tra persone dello stesso sesso. Con la nuova normativa le unioni gay vengono parificate a tutti gli effetti al matrimonio tra l'uomo e la donna. Già dal 2001 le coppie dello stesso sesso in Germania potevano stabilire un'unione civile.
La legge è stata proposta dai socialdemocratici dell'Spd. La votazione si è conclusa con 393 voti favorevoli, 226 contrati e 4 astenuti. Hanno votato a favore i tre partiti della sinistra rappresentati nella Camera bassa del Parlamento (socialdemocratici, ecologisti e sinistra radicale) e una parte dei deputati della Cdu.
L'apertura a sorpresa di Merkel
Incalzata dagli alleati socialdemocratici dell'Spd e dall'opposizione, a soli tre mesi dalle elezioni politiche, nei giorni scorsi la cancelliera Angela Merkel aveva aperto a sorpresa al voto di coscienza lasciando liberi i deputati della Cdu. Stamani ha dichiarato di avere votato contro. «Per me il matrimonio, come viene definito dalla Costituzione, è il matrimonio fra uomo e donna, e per questo ho votato contro» ha detto Merkel, dopo il voto in Bundestag. «È stato un dibattito lungo intenso ed emotivo, e spero ci sia rispetto per entrambe le parti», ha aggiunto la cancelliera.
Come cambia il codice civile
Con la nuova normativa il codice civile tedesco stabilisce che «il matrimonio è stipulato a vita tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso» e concede alle coppie omosessuali gli stessi diritti delle coppie eterosessuali, compresa la possibilità di adottare. La legge dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell'anno.
L'arcivescovo di Berlino: «Rammaricato»
«Sono rammaricato che il legislatore abbia rinunciato ai contenuti sostanziali del concetto di matrimonio, per adattarlo a coppie formate da persone dello stesso sesso. Al tempo stesso mi rammarico anche che con la decisione presa oggi si rinunci a differenziare le diverse forme di unione, arrivando a parificarle tutte. La differenziazione non è discriminazione». È il commento dell’arcivescovo di Berlino, Heiner Koch.
«Si possono riconoscere le convivenze di persone dello stesso sesso anche attraverso un’altra forma istituzionale. Non è necessario aprire l’istituto giuridico del matrimonio alle coppie dello stesso sesso. I padri della Costituzione – prosegue monsignor Koch nella nota rilanciata dal Sir – hanno dato un posto di rilievo nella nostra Carta costituzionale perché volevano proteggere e rafforzare quanti, come madri e padri, desideravano donare la vita ai propri figli». Il “matrimonio per tutti” rappresenta di fatto, per l’arcivescovo di Berlino, «un annacquamento del concetto di matrimonio tradizionale».
Monsignor Koch sollecita l’apertura di una «discussione sul rafforzamento e la promozione delle numerose forme di unione (letteralmente: comunità con responsabilità) nella nostra società». «Se lo Stato però – prosegue l’arcivescovo di Berlino – vuole veramente rafforzare queste unioni, deve porre chiaramente l’attenzione sulle politiche familiari e matrimoniali, per sostenere la stabilità e la responsabilità personale dei matrimoni, invece di togliere valore agli ambiti dei coniugi».