Germania al voto. Scholz: «Siamo noi il cambiamento». Merkel spinge Laschet in rimonta
Olaf Scholz candidato cancelliere della Spd ha chiuso la campagna elettorale a Colonia. I sondaggi lo danno in testa ma con uno scarto risiscato
«Questa volta ce la facciamo...». Georg, 63 anni, socialdemocratico fin da ragazzo, avvolto da un banderione rosso con scritto Spd a caratteri cubitali, dai tempi di Gerhard Schröder spera di vedere finalmente un nuovo cancelliere del suo partito. Siamo a Heumarkt, una grande, centralissima piazza di Colonia.
È qui, non a caso in una delle principali città del Nord Reno-Vestfalia, il Land governato dall’avversario Cdu Armin Laschet, che Olaf Scholz ha scelto di fare il comizio conclusivo prima del voto di domani. La piazza è gremita, ma neanche troppo, tanti sventolano un cartello: «Chi vuole Scholz cancelliere, deve votare anche Spd», in riferimento all’alto gradimento personale del candidato socialdemocratico. Secondo il Politbarometer pubblicato ieri dal canale pubblico tv Zdf, il 47% lo vorrebbe cancelliere contro il misero 20% di Laschet. «Ho sempre votato Cdu – sussurra Heike, 72 anni – ma Laschet proprio non mi piace, Scholz invece è in gamba. Per la prima volta in vita mia voterò Spd».
Problema: l’effetto del gradimento personale di Scholz, che nelle scorse settimane ha catapultato la Spd in cima ai sondaggi (grazie anche agli errori di Laschet), scema sempre più: il distacco con la Cdu continua a ridursi. Lo conferma il “Politbarometer”, che vede ora la Spd al 25% (contro il 26% di qualche giorno fa), la Cdu crescere al 23% (pochi giorni fa era al 21%). I Verdi sono al 16%, i liberali dell’Fdp all’11%, alla pari dell’ultra destra dell’Afd, l’estrema sinistra Die Linke al 6%.
Ancora più risicato il distacco secondo un sondaggio Allensbach pubblicato ieri pomeriggio dalla Frankfurter Allgemeine: Spd al 26% e Cdu al 25%. «Forse la sera delle elezioni ancora non sapremo che faccia avrà il prossimo cancelliere» commentava ieri, speranzoso, Laschet. Forse pesa anche il crescente intervento della cancelliera Angela Merkel a suo favore, «votate per lui – ha detto anche ieri – perché la Germania resti stabile». Oggi sarà ancora al suo fianco – alla vigilia del voto – in un grande comizio ad Aquisgrana, la città di Laschet.
Scholz però tira dritto, parla con la sua consueta calma ignorando un’iniziale selva di fischi che viene da fuori il comizio (dopo un po’ finirà), e anche il rombo di un elicottero della polizia che vola un po’ troppo basso sopra la piazza. Che però non dia niente per scontato è evidente. «Il voto viene deciso dalla gente domenica, non dai sondaggi. Andate tutti a votare, convincete i vostri amici e conoscenti», si appella ai militanti in piazza. La fiducia, però, rimane. «Sento che la gente vuole la svolta – dice – lo sento qui, ora, in questa piazza, l’ho sentito in tante piazze in tutta la Germania. Quello che ci serve è un rinnovamento, un nuovo governo, che sarà a guida Spd».
Certo, Scholz non è Gerhard Schröder che strappò nel 1998 la cancelleria a Helmut Kohl, non ha il suo pathos e il suo carisma, né le sue capacità di oratore. Il carattere nordico e un po’ freddo dell’ex sindaco di Amburgo gli impedisce di trascinare la folla. Piuttosto, snocciola, in modo pacato, i punti chiave del suo programma, dal salario minimo a 12 euro (ora è a 9,60), al blocco dell’aumento dell’età pensionabile, il calmieramento degli affitti, la costruzione di 400.000 nuove abitazioni, il completamento della svolta energetica.
Un programma decisamente a sinistra, difficilmente conciliabile con l’Fdp, con cui pure viene ipotizzata una coalizione «semaforo» insieme ai Verdi. Non a caso ieri il leader Fdp Christian Lindner è tornato a sponsorizzato la coalizione «Giamaica» con Cdu e gli ambientalisti, nei giorni scorsi ha definito Laschet «il miglior cancelliere». Del resto Scholz dal palco a Colonia attacca proprio i liberali insieme alla Cdu, rei di volere «in questa situazione di crisi una riduzione delle tasse per i ricchi. Chi ragiona così non ha idea, non può governare il Paese» tuona.
Per una coincidenza non proprio felice per Scholz (ha un po’ spostato l’attenzione dal suo comizio) ieri è stata anche la giornata dei «Fridays for future», i giovani in piazza per salvare il clima, con 470 iniziative in tutto il Paese e cortei nelle principali città tedesche. Anche a Colonia, dove a sorpresa ha partecipato la candidata cancelliera dei Verdi Annalena Baerbok («sono giorni decisivi per il clima», dice a Die Welt, facendo capire di sperare che le manifestazioni le diano una mano).
Il clou è però a Berlino, oltre 20.000 persone in piazza, presente il più celebre volto della lotta al cambiamento climatico, la svedese Greta Thurnberg, che accusa la Germania di essere una «canaglia del clima», essendo «al quarto posto nel mondo per le emissioni di CO2». «Vogliamo il cambiamento, pretendiamo il cambiamento e il cambiamento arriverà il giorno delle elezioni», scandisce, mentre la leader tedesca del movimento, Luisa Neubauer, definisce quelle di domenica «le elezioni del secolo».
Durante il comizio Scholz difende a spada tratta i ragazzi che manifestano in piazza: «lo dico a chiare lettere – afferma – è sacrosanto che oggi facciate uno sciopero per il clima». Peccato però che intanto la sezione tedesca del movimento gli riservi una doccia gelata. «Non vogliamo rovinare il tuo buon umore – dichiara in una nota – ma noi stiamo scioperando contro il tuo governo, Olaf», in effetti finora in coalizione a Berlino con la Cdu di Merkel e Laschet.