Il governo israeliano ha accettato in tarda serata la proposta dell'Egitto per il cessate il fuoco di 72 ore, a fare inizio delle 8 di martedì mattina. Alla tregua hanno dato la loro anche Hamas e i combattenti della Jihad. La speranza è che questa volta l'accordo possa reggere e dare la possibilità alla popolazione civile, ormai stremata, di respirare.
In quanto alla giornata di lunedì, un volontario britannico sarebbe
rimasto ucciso a Gaza, riferisce
Sky News citando fonti sul
posto. Il Foreign Office fa sapere di aver avviato verifiche
urgenti. Secondo le prime informazioni l'uomo sarebbe rimasto
ucciso domenica nel corso dei bombardamenti israeliani a Rafah.
E la tregua umanitaria, l'ennesima, ancora una volta nella giornata di lunedì non ha retto. "Abbiamo ripreso le nostre attività contro le strutture terroristiche di Hamas nella Striscia" di Gaza, ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Peter Lerner, formalizzando la fine della "tregua umanitaria" di sette ore annunciata in precedenza dallo
Stato ebraico ma che di fatto non ha funzionato.
Lunedì mattina l'uccisione di una
bambina di 8 anni ha segnato l'inizio della "tregua umanitaria" dichiarata unilateralmente da Israele nella Striscia di Gaza.
Più tardi a
Gerusalemme sono stati registrati due attentati: 2 persone sono rimaste uccise e altre 5 ferite da un terrorista che, a bordo di una ruspa, si è mosso all'impazzata per le strade di un sobborgo ortodosso. Il bulldozer ha investito un passante, un autobus vuoto e un'auto prima che il guidatore fosse ucciso dalla polizia. È successo alle 13.35 ora locale. Poco dopo spari da una moto in corsa hanno ferito in modo grave un soldato nel quartiere palestinese di Wadi Joz a Gerusalemme Est.Nella Striscia di Gaza il raid aereo che ha causato
la morte della bambina e il ferimento di 30
persone ha
colpito il campo profughi di Shati a Gaza City alle 10.06 locali (le 9.06 in Italia), quindi
sei minuti dopo l'inizio della dichiarata sospensione dell'offensiva. Lo ha riferito un reporter dell'Afp sul posto. La zona è molto distante dell'area
di Rafah, esclusa dalla tregua. Per
Hamas, il cessate il fuoco umanitario di 7 ore proclamato da Israele all'indomani della strage di Rafah, dove 10 civili sono rimasti uccisi nel
bombardamento di una scuola dell'Onu , è solo un tentativo per "distrarre" l'opinione pubblica mondiale dai "massacri".
Intanto, l'esercito israeliano ha dato notizia della
morte di un comandante
della Jihad islamica in un raid aereo sul nord della Striscia: si
tratta di Dayal Mansour, che, secondo informazioni di intelligence,
era il responsabile del coordinamento del lancio di razzi contro
Israele.Nella notte tra domenica e lunedì almeno 10 palestinesi sono
stati uccisi nella Striscia di
Gaza.
Cinque persone sarebbero rimaste uccise a Jabalya (nord), tre
nei quartiere di Zeitun, Sheikh Radwan e Nuseirat a Gaza e un
bimbo a Rafah (sud).
Il bilancio delle vittime palestinesi in quattro settimane
di conflitto tra Israele e Hamas sale così a
1.823 morti.È unanime, da parte internazionale, la condanna della strage nella scuola dell'Onu avvenuta domenica a Rafah. Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite,
Ban Ki-moon, si è trattato di un "atto criminale". Il premier britannico
David Cameron
ha detto alla Bbc: "L'Onu ha ragione a
condannare questo attacco in quanto la legge internazionale è
molto chiara sul fatto che i civili o le scuole non debbano
essere colpiti".
Secondo il ministro degli Esteri francese,
Laurent Fabius, il diritto "totale" di Israele alla sicurezza "non giustifica" il "massacro" di civili a Gaza. "La tradizione di amicizia tra Israele e la Francia è antica e il diritto di Israele alla sicurezza è totale - si legge in una nota - ma questo diritto non giustifica che si uccidano dei bambini e che si massacrino dei civili". Per Fabius una "soluzione politica" tra Israele e i palestinesi "va imposta" alle due parti.Sul fronte dei negoziati, al
Cairo la delegazione palestinese si è
mostrata ottimista prima dei colloqui con i mediatori egiziani.
Ma le parti sembrano distanti. Una proposta oggi è arrivata dal
ministro degli Esteri
israeliano, Avigdor Lieberman. Citando il precedente del
Mandato
britannico sulla Palestina (1920-1948) e l'esempio di Timor Est
(1999-2002), il "falco" Lieberman ha proposto che per garantire
la pace, il controllo della Striscia di Gaza, al termine delle
offensiva, sia assegnato "all'
Onu. Questa è una delle poche
opzioni (possibili) e certamente andrà valutata". Per
Lieberman i due precedenti "hanno funzionato piuttosto bene" e
l'affidamento all'Onu della responsabilità di Gaza sarebbe
possibile attraverso un "accordo tra noi e l'Anp".