La guerra, ancora una volta, colpisce soprattutto i più deboli. A Gaza è in corso una strage di bambini. "I piccoli, piuttosto che i combattenti,
stanno pagando il prezzo più alto del conflitto in corso.
Una
vittima su cinque è un bambino e il numero di minori uccisi in
questa operazione è salito fino oltre al 40% da quando
l'operazione di terra su Gaza è iniziata, il 17 luglio". Lo
scrive in una nota Save the children.
L'organizzazione poi sottolinea: "
Quasi un
terzo dei palestinesi feriti sono bambini. Oltre
all'inaccettabile dato sulle vittime, più di 72 mila bambini a
Gaza hanno un disperato bisogno di sostegno e aiuto dopo aver
perso dei familiari, essere stati feriti, aver assistito alla
distruzione delle proprie case. Anche in Israele i bambini che
vivono nelle zone colpite dai razzi sono impauriti e temono per
le loro vite: anche degli israeliani sono morti, nel tentativo di
Israele di fermare il fuoco dei razzi da Gaza".
Per Save the children "quello che stiamo vedendo è una guerra
contro i bambini che sono intrappolati entro i confini di Gaza.
Non sanno dove fuggire e molte famiglie stanno trovando rifugio
nelle scuole e negli ospedali che però non sono luoghi sicuri".
Secondo quanto riporta David Hassell, di Save the Children, "le
ultime 48 ore sono state le più sanguinose, accrescendo al
massimo livello la preoccupazione sul rispetto dei principi di
protezione dei civili e di proporzionalità, stabiliti dal
diritto internazionale umanitario. Ci appelliamo a entrambe le
parti affinchè riconoscano ospedali e scuole come luoghi
inviolabili, spesso unico luogo sicuro per civili
innocenti".
In media ogni giorno "sono stati uccisi 7
bambini a Gaza e oltre 70 feriti, mentre si assottigliano sempre
più le scorte di medicine. Save the children e i propri partner
nei programmi sanitari "hanno iniziato oggi a distribuire
attrezzature mediche, kit per neonati e kit di primo soccorso a
ospedali e cliniche, distribuendo kit igienici alle famiglie
sfollate. Più di 100 mila persone hanno lasciato le loro case,
metà di essi sono bambini. Save the children e i suoi partner
locali hanno inoltre visitato centinaia di bambini negli ospedali
e presso le loro abitazioni, in condizioni estremamente
pericolose, per valutare i loro bisogni psico-sociali".
Dice ancora Hassel: "Per molti bambini questa è la terza
guerra in sei anni. Oltre all'immensa distruzione delle
infrastrutture civili, rileviamo come i bambini una volta ancora
sono stati traumatizzati e avranno di nuovo bisogno di un
intervento di supporto di lungo periodo per potersi riprendere e
riacquisire un qualche senso di normalità nelle loro vite. La
comunità internazionale- conclude- deve fare pressione per un
immediato cessate il fuoco ma anche per un accordo fra tutte le
parti che produca una differenza durevole, inclusa la rimozione
del blocco su Gaza".