La guerra. La tragedia di Gaza nella foto del bambino con le gambe amputate
Il bambino di Gaza di due anni a cui oggi sono state amputate le gambe, come a suo padre. Il resto della famiglia non c'è più, sterminata da una bomba israeliana
Il medico italiano della Croce Rossa Internazionale, Paul Ley, è stato risvegliato all'alba dalle esplosioni nel sud di Gaza. È qui dall'inizio del conflitto per effettuare interventi di pronto soccorso ai feriti, che sempre più numerosi arrivano davanti agli operatori sanitari. Si tratta di cercare di salvare loro la vita e prestare le prime cure.
"Nato nel 2021, colpito stamattina da una scheggia vicino a Rafah nei primi momenti dopo la fine della tregua - ci scrive il chirurgo al termine dell'ennesimo terribile intervento -. Amputazione traumatica bilaterale appena sopra le ginocchia. Suo padre colpito durante lo stesso attacco è stato amputato sotto il ginocchio da una parte sola. Sua madre e gli altri fratelli e sorelle sono morti. La scatola rosa contiene i suoi arti amputati che verranno consegnati a suo padre". La tradizione vuoe infatti che gli arti mutilati vengano conservati fino a quando il ferito non sarà fuori pericolo, perché in caso di morte si procederà a seppellire il defunto ricomponendo il corpo.
La situazione nell'ospedale europeo di Khan Younis si è presentata ancora una volta difficile fin dalle prime ore del mattino quando diverse bombe, o missili, hanno provocato la morte di almeno sei civili nel primo attacco. Ma poi, nel corso della giornata, altre decine di persone sono state portate negli ospedali ancora attivi a Gaza.
Oltre a curare le gravi ustioni i medici spesso devono decidere per l'amputazione dei feriti. In questo caso, come prevede l'usanza locale, gli arti mutilati vengono custoditi in attesa di ricomporre i corpi per la tumulazione nel caso la vittima non dovesse sopravvivere.
La foto che il medico ci ha inviato testimonia il dramma di questioni e con le sue parole racconta cosa è successo a questo bambino due anni, amputato a entrambe le gambe come suo padre: sono rimasti soli, unici superstiti della loro famiglia.
Dalla collina di Sderot possiamo osservare da distanza ravvicinata lo svolgersi dei combattimenti nel nord di Gaza. L'intero profilo d'orizzonte e coperto dalla coltre scura del fumo delle esplosioni, che si leva per decine di metri.
Il nord di Gaza appare come nient'altro che un cumulo di macerie fumanti sotto alle quali continuano ad essere seppellite decine e decine di vite ogni giorno.