Tre mesi dopo l’entrata in vigore in Francia della contestatissima legge Taubira sulle nozze e adozioni gay, un primo bilancio parziale del numero di riti civili celebrati sembra indicare una richiesta nazionale inferiore rispetto alle stime iniziali evocate dal governo socialista, proprio come avevano invece previsto i detrattori del testo. La radio pubblica
France Inter ha contattato gli uffici demografici delle 50 principali città del Paese, ottenendo la conferma di un totale di 596 riti celebrati, di cui 241 a Parigi, seguita da Nizza, a quota 37. Nessun’altra città ha invece superato le 30 unioni sottoscritte in municipio. In queste città, le nozze gay corrisponderebbero a circa l’1 per cento dei matrimoni celebrati. Eppure, prima dell’approvazione della legge, molti pronosticavano un “boom” immediato proprio nei centri più grandi, dove le rivendicazioni si esprimevano da anni con maggiore intensità. In Spagna, dopo il varo della legge, si erano contati circa 4.500 riti in un anno.Quelli francesi sono ancora dati incompleti, ma molti commentatori ed esperti di questioni sociali parlano già di «una partenza al rallentatore» rispetto al clima d’attesa alimentato da tanti discorsi roboanti della maggioranza, non solo socialista. Anche nei giorni scorsi, ad esempio, il meeting estivo dei Verdi, molto critico verso il Ps, aveva considerato la legge Taubira come l’unico passo in avanti in un anno di potere della sinistra. Intanto, forte di oltre 20mila aderenti, il Collettivo dei sindaci per l’Infanzia, una delle principali organizzazioni opposte alla legge Taubira, ha annunciato l’idea di proseguire la battaglia per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza dei sindaci e degli altri pubblici ufficiali che desiderano non celebrare i riti. In un primo tempo, il presidente socialista François Hollande sembrava aver accolto questa richiesta, ma il testo di legge non ha poi mai previsto nessun articolo in proposito. L’associazione ha presentato ricorso per «eccesso di potere» presso il Consiglio di Stato, così come una «domanda prioritaria di costituzionalità» presso il Consiglio costituzionale: la legge Taubira e le circolari, secondo il collettivo, avrebbero dovuto esplicitare le modalità di esercizio della libertà di coscienza, riconosciuta dalla Costituzione e dal diritto internazionale. Nelle ultime ore, intanto, il sindaco di Bollène, in Provenza, Marie-Claude Bompard, ha detto di rifiutare le nozze gay nel proprio Comune. La procura di Carpentras ha avviato un’indagine preliminare per «ostruzione alla legge» sull’esponente del Fronte Nazionale.