CAMP DAVID. Al G8 nasce l'intesa Hollande-Obama E Monti: l'Italia ha le carte in regola
Il premier Mario Monti è stato accolto calorosamente, con una lunga stretta di mano e una pacca sulla spalla, dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, al suo arrivo a Camp David dove ieri sera ha preso il via la riunione annuale del G8. "Auspicabilmente porteremo a casa risultati", ha detto Obama a Monti al quale ha chiesto di aprire i lavori odierni con un intervento sui temi economici globali. I due leader, così come il neo presidente francese Francois Hollande, sono concordi sulla necessità di porre l'accento sulla crescita e non solo sul rigore fiscale professato ad oltranza dal cancelliere tedesco Angela Merkel.L'ITALIA HA LE CARTE IN REGOLA di Marco IasevoliIl paragrafo più importante della relazione che Monti leggerà al G8 di Camp David è stato ultimato giovedì sera, dopo la videoconferenza con Merkel, Hollande e Cameron, "garanti" il presidente della Commissione europea Barroso e il leader del Consiglio Ue, Van Rompuy: l’Unione europea varerà un "piano-Marshall" che va - le bozze sono diverse - dai 700 ai 1.500 miliardi di euro, per realizzare infrastrutture per i trasporti e le reti digitali. La formula è quella dei project bond emessi dalla Bei (Banca europea per gli investimenti), alla cifra totale si arriva con il cofinanziamento degli stati e un "massiccio" intervento dei privati e delle banche. Cosa importante, i soldi messi dai Paesi membri non sarebbero conteggiati per il deficit.Il piano sarà definito in un vertice dei quattro leader europei che è stato fissato, a sorpresa, a margine del G8, poi passerà al vaglio del Consiglio Ue informale di mercoledì per essere varato in quello ufficiale di fine giugno. La quasi certezza di un growth compact da affiancare al fiscal compact ha rasserenato il premier italiano, che prima della videoconferenza di giovedì era preoccupato dalle incomprensioni tra il neo-presidente socialista della Francia e la cancelliera tedesca. Perciò ieri Monti, nelle sue prime ore negli Usa, è parso sicuro di poter condurre gli otto Grandi su un sentiero condiviso: «L’Italia – ha detto lasciando il suo albergo a Washington – ha le carte in regola per sollecitare la crescita». Anche perché, continua, solo un robusto piano per lo sviluppo «consente di mantenere nel tempo quegli equilibri di bilancio pubblico che l’Italia per prima ha raggiunto e intende mantenere». È la sintesi di quanto si è detto con i premier di Francia, Germania e Gran Bretagna: il solo rigore produce recessione.Ma la mediazione non è facile, ammette Monti in un’intervista alla Cnn condotta dal giornalista Fareed Zakaria (la versione integrale andrà in onda domenica), perché le ricette per la crescita sono diverse: la «conciliazione» tra sviluppo e rigore è possibile, ma una cosa è «rimuovere i colli di bottiglia nell’offerta di beni e servizi superando i conservatorismi di alcune istituzioni europee», altro è fare «una crociata per "più domanda": in quel caso la riluttanza tedesca non è infondata». Insomma: fare la ripresa con i "sussidi", come vorrebbe Hollande sostenuto da Obama, non è possibile. Allo stesso modo, agli Usa che chiedono politiche monetarie più espansive da parte della Bce, Monti, riflettendo il secco "no" di Angela Merkel, ricorda che «non ogni parte del mondo dispone di una propria riserva di valuta». I project bond, invece, sono una strada innovativa che ha ampio consenso e scuote la burocrazia Ue.Il punto dolente della sua relazione (che toccherà anche la "Tobin tax" e una stretta sui derivati speculativi) sarà però la Grecia. Monti legge nei suoi interlocutori una certa distanza dal problema. «Questo G8 – avverte nella mattinata a Washington – è doppiamente importante, arriva in un momento in cui la situazione finanziaria e economica è molto complicata, per la Grecia e per le implicazioni più vaste...». Il premier vorrebbe che si facesse «il possibile e l’impossibile» per evitare rotture traumatiche, che Merkel e i partiti greci cambiassero toni e atteggiamenti. Nell’intervista alla Cnn fa intendere che se l’Ue vuole le soluzioni ci sono: «Dalla crisi greca siamo usciti più adulti e forti, ora abbiamo un livello molto più elevato di coordinamento ex ante sulle politiche di bilancio, abbiamo costruito i firewall contro il contagio, la Bce ha trovato nuovi strumenti di intervento...». Insomma, «la nostra governance è uscita rafforzata, e sono certo che ne usciremo con una maggiore integrazione». Il contrario dell’integrazione, va da sé, è la perdita di un pezzo simbolico come Atene. Al contrario, bisognerebbe salvare gli ellenici e portare a termine il disegno di unificazione politica.Dopo la mezza giornata trascorsa a Washington, Monti nel pomeriggio è arrivato nel "rustico di classe" di Camp David, nel Maryland. Prima della cena alle 19 locali (notte fonda in Italia) ha un bilaterale con il francese Hollande, subito dopo con il premier russo Medevedev. Nel mezzo una chiacchierata informale con il presidente Usa Obama. È lui, con vigore, a spingere Monti e l’Ue a mettere subito il "piano Marshall" nero su bianco.CRESCITA, NASCE L'ASSE OBAMA-HOLLANDE di Elena Molinari«Voglio rinegoziare quanto è stato deciso finora, per includere una dimensione di crescita». Barack Obama ha trovato ieri nel neocollega francese Francois Hollande l’alleato che cercava per mettere all’angolo la Germania. «Ho detto al presidente Obama che la crescita economica deve essere una priorità», ha aggiunto infatti Hollande al termine dell’incontro nello Studio ovale con il capo della Casa Bianca, il suo debutto sulla scena internazionale dopo l’elezione. Obama da parte sua ha sottolineato che «il consolidamento delle finanze pubbliche va affiancato da misure che garantiscano la crescita dell’economia».Il colloquio di ieri consolida dunque il neonato asse franco-americano (reso possibile dalla sconfitta di Nicolas Sarkozy alle presidenziali francesi) per la ricerca di una soluzione ai problemi del debito dell’Eurozona che non sia fatta di solo rigore, come ha voluto finora la Germania, ma che lasci spazio a incentivi alla crescita e all’occupazione, anche a rischio di allungare i tempi dello smaltimento dei debiti nazionali. Una strada che passa attraverso una maggiore cooperazione politica e fiscale fra i Paesi dell’euro.Non a caso l’altro punto sul quale i due leader, almeno ufficialmente, si sono trovati d’accordo ieri è la necessità di mantenere Atene nell’Eurozona. «La Grecia non deve uscire dall’euro. Su questo siamo d’accordo», ha detto infatti Hollande, ancora una volta mostrandosi in rotta di collisione con il governo del cancelliere tedesco Angela Merkel. La linea di Obama, che si aspetta un ritorno dell’Europa a spendere e a investire, contribuendo così all’economia mondiale e alla crescita americana (nonché alle possibilità di rielezione dello stesso Obama) trova dunque una sponda in Hollande. I due capi di Stato si sono detti convinti della «straordinaria importanza» della zona euro per l’economia mondiale e hanno messo in evidenza come il G8, apertosi ieri sera con una cena ufficiale, dovrà prima di tutto discutere «come accompagnare una forte agenda per la crescita, agli sforzi per risanare i bilanci dei Paesi industrializzati». Temi che Hollande aveva già affrontato nel suo incontro con Merkel, a poche ore dall’insediamento come presidente della Repubblica, proponendole l’emissione di eurobond. Quanto la posizione del cancelliere, reduce da una bruciante sconfitta politica in Nordreno-Westfalia, si sia ammorbidita, sarà chiaro oggi stesso al summit del G8 nella residenza estiva del presidente Usa a Camp David, in Maryland, dove si discuterà appunto di Grecia, austerity, investimenti, ma anche di Afghanistan e primavera araba, sviluppo sostenibile e stabilità internazionale. Ma a Camp David oggi, dopo l’introduzione del premier italiano Mario Monti con un intervento sullo stato dell’economia, si affronterà prima di tutto l’economia nell’Eurozona. Rispetto all’ultimo meeting in Francia, saranno quasi tutte nuove le facce nelle foto ricordo da Camp David (che per la prima volta ospita un consesso internazionale). In un anno sono stati sostituiti Silvio Berlusconi, il britannico David Cameron, il francese Sarkozy e il giapponese Naoto Kan. Uniche eccezioni Obama e Merkel, oltre al russo Dmitri Medvedev, che, ora primo ministro, interverra’ in sostituzione del presidente Vladimir Putin. L’assenza di Putin rappresenterà uno dei punti deboli del summit, ed è stata attribuita a una ritorsione nei confronti di Washington per lo stallo dei negoziati sullo scudo antimissile Usa in Europa, per le critiche americane agli arresti degli oppositori e per le tardive congratulazioni di Obama dopo il suo insediamento (a differenza di quelle lampo a Hollande). Secondo molti analisti Putin ha anche preferito evitare domande imbarazzanti da parte della stampa straniera.
UNA CAMPAGNA CONTRO LA FAME IN AFRICAIl vertice varerà infatti un'iniziativa tesa a coinvolgere partener privati in una campagna da 3 miliardi di dollari per combattere la fame in Africa. L'ha annunciato Barack Obama, nella conferenza sulla sicurezza alimentare svoltasi nella sede dell'Agenzia americana per lo sviluppo internazionale, prima dell'inizio vero e proprio del G8.Il presidente americano ha spiegato che l'obiettivo di questa iniziativa, fondata sulla partnership tra pubblico e privato, è che 45 compagnie di tutto il mondo, comprese alcune africane, stanzino tre miliardi di dollari per rafforzare la produzione agricola in Africa.