Il voto. In Francia vince l'ultradestra di Le Pen. Le mosse di Macron per arginarla
Marine Le Pen
In Francia, per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica, l’ultradestra lepenista pare ormai davvero a un passo dal potere: uno scenario considerato per decenni impensabile. È il responso fondamentale del primo turno di ieri delle Legislative anticipate, convocate a sorpresa solo 3 settimane fa dal presidente Emmanuel Macron, ovvero il grande sconfitto del nuovo scrutinio. Con i loro alleati, gli ultranazionalisti del Rassemblement National (Rn) hanno ottenuto circa il 33% di suffragi, contro il 28% per la coalizione di sinistra Nouveau front populaire (socialisti, comunisti, gauche radicale mélenchonista, Verdi). Ai macroniani, arrivati terzi, il 20%.
I lepenisti ed alleati sono riusciti ad aggiudicarsi fin dal primo turno ben 40 seggi su 577, contro i 32 andati alla coalizione di sinistra. Solo 4 quelli conquistati subito dai macroniani. Al termine della campagna elettorale lampo, il partito xenofobo di Marine Le Pen e del candidato premier 28enne Jordan Bardella ha sfondato in un’ampia porzione della “Francia profonda” periferica e rurale. Tanto da avvicinarsi ormai, nelle proiezioni di alcuni istituti demoscopici, all’obiettivo della maggioranza assoluta di 289 seggi all’Assemblea Nazionale. Dopo i ballottaggi di domenica prossima, per l’istituto Ipsos, Rn e i suoi alleati potrebbero conquistare fra 230 e 280 seggi.
In caduta rovinosa, invece, la coalizione atipicamente centrista Ensemble pour la République di Macron, data in prospettiva a un livello molto basso: fra 70 e 100 deputati, secondo Ipsos. Alla sinistra, sostiene l’istituto, potrebbero andare fra 125 e 165 seggi.
Grande soddisfazione, senza toni trionfalistici, è stata espressa da Bardella e da Le Pen, quest’ultima fra gli eletti al primo turno, nell’estremo Nord “svuotato” delle vecchie industrie e divenuto uno dei più saldi bastioni ultranazionalisti. Nondimeno, un trionfo Rn ai battottaggi non è automatico, per via delle strategie combinate degli altri partiti, fra i quali è scattato un riflesso antilepenista, anche se in ordine sparso. Diversi leader, a cominciare dal premier macroniano Gabriel Attal, martellano ora lo slogan “tutto salvo l’estrema destra”. Questo si tradurrà in concertazioni, nelle varie circoscrizioni, per «sbarrare la strada» a Rn: tanto la gauche, quanto i macroniani, dovrebbero ritirare dai ballottaggi non pochi dei loro candidati rimasti in ritardo, in modo da facilitare il compito di candidati di altro colore meglio piazzati per battere i lepenisti. Una strategia che, secondo gli esperti, potrebbe in effetti allontanare Rn da quella maggioranza assoluta chiesta nuovamente a gran voce, nella serata elettorale, da Bardella e Le Pen. Gli schieramenti avranno tempo fino a domani sera per ufficializzare le proprie mosse nelle circoscrizioni ancora in ballo.
Al 66,7%, la partecipazione è stata molto più alta che nelle elezioni precedenti, a riprova dell’alta posta in gioco percepita dagli elettori. In molte circoscrizioni, la battaglia verso i ballottaggi è già cominciata, con toni aspri. Sarà probabilmente senza esclusione di colpi. I temi più importanti per gli elettori, nell’ordine dato dai rilevamenti, sono potere d’acquisto, immigrazione, salute e sicurezza.