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Parigi. La Francia al voto. Tutte le paure per la possibile svolta lepenista

Daniele Zappalà, Parigi sabato 29 giugno 2024

Emmanuel Macron

In mezzo alle pesanti incertezze politiche, sociali ed economiche dei due turni delle Legislative anticipate — 30 giugno e 7 luglio —, la Francia avanza su un crinale scivolosissimo, temendo nuovi scossoni, anche in termini d’ordine pubblico o di tonfi borsistici. Questo il clima nel Paese, dove cresce la consapevolezza sui pericoli di uno spartiacque elettorale imprevisto deciso dal presidente Emmanuel Macron il 9 giugno, dopo il trionfo dell’ultradestra lepenista xenofoba alle Europee.

Nell’Oltremare, si è cominciato a votare già oggi per eleggere i 577 nuovi deputati dell’Assemblea Nazionale, sciolta a sorpresa da Macron. Fino al termine della campagna elettorale lampo, tutti i sondaggi hanno continuato a dare un ampio vantaggio proprio al Rassemblement national lepenista, considerato ben davanti alla sinistra riunita del Front populaire ‘in quadricromia’ (Verdi, socialisti, comunisti, gauche radicale mélenchonista) e alla coalizione centrista macroniana che disponeva di una maggioranza relativa nell’emiciclo, prima dello scioglimento. Questi 3 poli dovrebbero spartirsi la Camera bassa, che in Francia gode di una preminenza, in termini di potere legislativo, rispetto al Senato, eletto con sistema indiretto.

I lepenisti hanno designato come candidato premier un 28enne con radici familiari italiane, Jordan Bardella, che ha chiesto agli elettori di garantirgli la maggioranza assoluta, ovvero almeno 289 seggi: un obiettivo realistico, alla luce degli ultimi rilevamenti. Ma un trionfo Rn, secondo tanti osservatori, rischierebbe subito di accendere vaste contestazioni potenzialmente anche violente, come paventano pure i vertici della polizia, oltre a tanti esponenti del mondo politico.

Fin qui, l’ultradestra Rn non era considerata come un “partito di governo” fra quelli pienamente legittimi per dirigere il Paese. Ma da tempo varie brecce si sono aperte nel tradizionale cordone antilepenista dei partiti, come ha mostrato pure la scelta del leader neogollista Éric Ciotti di allearsi con i lepenisti, pur in aperto conflitto interno con gli altri maggiorenti dei Républicains di centrodestra, un tempo guidati da Nicolas Sarkozy. Il premier Gabriel Attal, che ha guidato la campagna dei macroniani, ha chiesto agli elettori di non considerare il voto come «un referendum sul presidente della Repubblica», quest’ultimo dato in caduta nei sondaggi di popolarità.

Alle ultime Legislative del 2022, aveva votato il 47,5% degli elettori, ma questa volta, stando agli indicatori della vigilia, si supererà verosimilmente il 60%, tanto è avvertito il valore cruciale del voto.

La Conferenza episcopale transalpina ha invitato i fedeli a pregare per la Francia: «Che sia una terra di libertà, di giustizia, di fratellanza e che resti all’altezza del suo ruolo nella storia». Nelle ultime ore, pure un appello giunto dal rettore della Grande moschea di Parigi, Chems-Eddine Hafiz: «Non lasciamo che i demoni dell’odio irrazionale ci dividano».