Francia. Trionfa Macron. E mette un freno al populismo
«Vi servirò con amore». Il centrista Emmanuel Macron, 39 anni, ha ringraziato così ieri sera gli elettori francesi grazie ai quali è divenuto il più giovane capo di Stato di una grande potenza del terzo millennio. Oltralpe, non si vedeva un leader tanto giovane dai tempi di Napoleone.
Con poco più del 66% dei voti, l’ex ministro dell’Economia, mai eletto prima neppure a livello comunale, ha annichilito al ballottaggio la rivale dell’ultradestra xenofoba Marine Le Pen, che ha sfiorato il 34%, realizzando comunque il miglior risultato di sempre per il Fronte nazionale. Storicamente alti anche l’astensionismo, superiore al 25%, e le schede bianche o nulle (oltre l’11% dei votanti), a riprova della disaffezione di una parte significativa dell’elettorato, dopo l’esclusione dal ballottaggio del tradizionale duopolio politico neogollisti-socialisti.
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Macron s’insedierà nel fine settimana, probabilmente domenica, ma è già pronto a tornare in campagna in vista delle legislative del mese prossimo, cercando una maggioranza parlamentare che appare non semplice. Una volta insediato, annuncerà il proprio Primo ministro e la squadra di governo.
Davanti a una folla in tripudio, Macron ha celebrato la vittoria fra i colonnati del Louvre, il museo più visitato al mondo, esaltando i valori dell’Illuminismo e promettendo di rilanciare la costruzione europea. Il suo arrivo solitario a piedi sulle note europee dell’Inno alla Gioia resterà la prima immagine forte dell’era Macron. Il neopresidente si è detto consapevole delle «divisioni» del Paese e del clima di rabbia che attraversa ampie porzioni del territorio colpite in particolare da desertificazione industriale e disoccupazione, dove forte è stato il voto per l’ultradestra.
Oggi, giorno festivo in Francia per la commemorazione della fine della Seconda Guerra Mondiale, il nuovo presidente ancora non in esercizio assisterà ad una cerimonia al fianco del capo dell’Eliseo in carica, il socialista François Hollande, fra i primi ieri a rallegrarsi della tenuta dei valori repubblicani minacciati dal Fronte nazionale.
Nelle ultime ore, sono piovute reazioni dal mondo intero. Fra le più significative, quella del presidente cinese Xi Jinping, per il quale l’elezione del social-liberale Macron aprirà un’era di legami sino-francesi rafforzati. Parigi e Pechino «condivideranno un’importante responsabilità verso la pace e lo sviluppo del mondo». Su Twitter, l’omologo americano Donald Trump ha dichiarato: «Non vedo l’ora di lavorare con lui». Ma la prima telefonata diplomatica di Macron è stata con il cancelliere tedesco Angela Merkel, che riceverà l’uscente Hollande questa sera a cena a Berlino.
Si prevede anche una certa euforia dei mercati, date le convinzioni liberiste del nuovo presidente, che sembra aver alzato un argine dopo le spinte euroscettiche legate alla Brexit. In generale, la netta sconfitta di Le Pen è interpretata in Europa come un contenimento del populismo.