Caduta la notte, continua la cacciaall'uomo per i due sospetti dell'attacco a Charlie Hebdo in una zona di 20 chilometri quadrati nel dipartimento dell'Aisne, in Piccardia. Secondo i siti francesi si ritiene che i due fratelli Kouachi, Said e Cherif, abbiano abbandonato la loro automobile, una Clio grigia, e siano fuggiti a piedi. Un elicottero sorvola l'area di Villers-Cotterets, a un'ottantina di chilometri da Parigi, dove un benzinaio ha riconosciuto i due sospetti. I reparti speciali di polizia continuano a rastrellare l'area fra Crepy-en-Valois e Longpont, con perquisizioni nelle case dei villaggi di Fleury e Corcy. Agenti muniti di cani si sono diretti anche verso la foresta demaniale di Retz.Barricati in una casa, la smentita del sindaco. Il sindaco di Crepy-en-Valois nel pomeriggi aveva smentito la notizia, diffusa dai media francesi, che i due ricercati per la strage nella redazione di Charlie Hebdo si fossero barricati in un'abitazione della cittadina, 70 chilometri a nordest di Parigi. Il sindaco Bruno Fortois ha confermato il dispiegamento di forze di sicurezza, ma ha precisato: "Gli accessi alla città non sono bloccati, non mi è stato chiesto di prendere misure straordinarie". 88mila agenti mobilitati. Il ministro degli Interni Bernard Cazaneuve ha detto che gli agenti mobilitati in tutta la Francia sono 88mila, la maggior parte nell'Ile de France. Questa "mobilitazione eccezionale" consente di garantire sicurezza in un alto numero di sedi sensibili, tra cui giornali, scuole confessionali, stazioni, aeroporti, siti turistici e religiosi. "La minaccia, non smetto di dire, è molto seria", ha affermato Cazeneuve.Localizzati grazie a un benzinaio. A permettere di localizzare i fratelli franco-algerini Chérif e Said Kouachi è stato, giovedì mattina, il benzinaio della stazione di servizio di Villers-Cotteret, lungo l'autostrada che conduce a Parigi, poco lontano dalla zona in cui si concentrano le ricerche. In un primo momento si era pensato che i due puntassero sulla capitale. Tutte le strade di accesso a Parigi sono state bloccate, blindato il quartiere dell'Eliseo.
"I servizi li conoscevano e per questo li controllavano", ha dichiarato il premier Manuel Valls. Sembra però che l'identificazione sia stata possibile grazie a una carta d'identità ritrovata nella prima auto usata per la fuga. Nella Citroen C3 abbandonata ieri a Parigi sono state ritrovate delle bandiere con simboli jihadisti e delle bottiglie molotov.
Fermate 7 persone. Sono sette le persone fermate nell'ambito dell'inchiesta in Francia dopo il massacro nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo. Lo ha reso noto il ministro dell'Interno. Tra i fermati figurano la sorella dei 2 sospetti in fuga e suo marito, oltre alla moglie di uno dei due, Said Kouachi. Tutti sono già stati interrogati.Giallo sul giovane che si è "arreso". Si è consegnato alla polizia Hamyd Mourad, 18 anni, ricercato come sospetto in relazione all'attacco al settimanale satirico Charlie Hebdo. Il ragazzo si è presentato alle forze dell'ordine dopo avere appreso dagli amici che il suo nome circolava sui social network. Si è dichiarato estraneo alla vicenda. Un amico testimonia: era a scuola. Sarebbe parente di uno dei ricercati.
Perquisizioni a Reims, Parigi blindata. Una maxi operazione di polizia si è svolta, nella notte tra giovedì e venerdì, nel quartiere della Ronde Couture a Charleville-Mezières, a 70 chilometri da Reims, vicino alla frontiera con il Belgio. A Reims, dove risiedono i sospettati, sono in atto perquisizioni per cercare indizi, in particolare tracce di Dna. Sono quasi 90mila gli agenti di polizia e i militari schierati in tutta la Francia.
Soldati sulla spianata del Louvre a ParigiPoliziotta uccisa in una sparatoria. Questa mattina c'è stato un altro tragico fatto di sangue, che ha fatto presagire il peggio: una poliziotta è stata uccisa in una sparatoria a Montrouge, alle porte di Parigi, mentre era sul posto per un incidente stradale. Con lei c'era un collega. Un'auto si è fermata, un uomo è uscito e ha sparato, poi è fuggito. Testimoni hanno raccontato che l'aggressore ha lasciato il posto a bordo di una Renault Clio. Secondo la polizia, indossava un giubbotto antiproiettile ed era armato di una pistola e di un fucile d'assalto. "Visto il contesto attuale", la procura francese ha reso noto che l'indagine sulla sparatoria avvenuta questa mattina a Montrouge, alle porte di Parigi, verrà affidata alla sezione antiterrorismo. Al momento non è stato stabilito alcun collegamento tra quell'episodio e l'attentato compiuto ieri nella sede di Charlie Hebdo. La Tour Eiffel si spegne. Il simbolo più famoso di Parigi si 'veste a lutto in solidarietà con le vittime. Alle 20, la Tour Eiffel spegne tutte le luci; dall'altra parte della città, a Place de la Republique, per la seconda sera di seguito, la gente si radunerà per omaggiare le persone uccise nell'attentato e ribadire il diritto alla libertà d'espressione.
Il bilancio della strage: 12 morti. Tra le 12 vittime ci sono anche le figure emblematiche del giornale: il direttore Charb, lo "storico" vignattista Cabu e i vignettisti George Wolinski, 80 anni, e "Tignous" Bernard Verlhac, 58 anni. Le altre vittime sono: Bernard Maris, 68 anni, economista, titolare della rubrica "Oncle Bernard"; Philippe Honoré, detto Honoré, 73 anni, disegnatore; Michel Renaud, fondatore del festival Rendez-vous du carnet de voyage a Clermont-Ferrand; Franck Brinsolaro, 49 anni, poliziotto che si occupava della sicurezza di Charb; Ahmed Merabet, 42 anni, poliziotto; Mustapha Ourrad, correttore di bozze; Frédéric Boisseau, portiere; Elsa Cayat, psicanalista e cronista. Altre undici persone sono rimaste ferite, di cui quattro erano ieri in condizioni molto gravi.
Lutto nazionale. Giovedì di lutto nazionale in Francia, e bandiere a mezz'asta per tre giorni. Alle 12 un momento di raccoglimento in tutti i servizi pubblici. I giornali e i siti web d'informazione sono listati a lutto, e vicino alla testata riportano la scritta "Je suis Charlie".
Hollande: «Sono i nostri eroi». Nei pochi minuti del suo discorso, mercoledì sera, il presidente François Hollande ha detto: "La nostra migliore arma è l'unità. Nulla può dividerci". Ha poi lanciato un invito ai francesi: "Riuniamoci. La libertà sarà più forte della barbarie, riunitevi: questa deve essere la nostra risposta di fronte a questa prova. Vinceremo, niente potrà farci cadere". Ha sottolineato che tutte le forze di sicurezza saranno dispiegate dovunque sarà necessario e poi ricordato le vittime dell'attacco. "Disegnatori di grande talento, cronisti coraggiosi sono morti", ha detto invitando a "difendere nel loro nome questo messaggio di libertà. Questi uomini, queste donne sono morti per l'idea che avevano della Francia, e cioè per la libertà. Oggi sono i nostri eroi".
Raduni di solidarietà. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza mercoledì sera in tutta la Francia, da Parigi a Grenoble, da Nizza a Toulouse. In oltre 5mila si sono radunati in Place de la République a Parigi, per la manifestazione convocata dal sindacato dei giornalisti, con
in mano penne levate al cielo, simbolo della libertà di espressione.
Manifestazioni a Lione, dove sono scese
in piazza almeno 10mila persone, Grenoble, Nizza, Marsiglia,
Bordeaux e Toulouse. Migliaia di persone, attraverso i social
network, si stanno dando appuntamento anche in altre città
europee per dar vita a marce pacifiche in favore della libertà
di stampa. Per giovedì alle 17 il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha invitato "tutti i repubblicani" a marciare in silenzio.
Manifestazione a NantesL'irruzione e il massacro. Mercoledì mattina tre uomini incappucciati e vestiti di nero sono penetrati nella sede del giornale, noto per le sue vignette satiriche e provocatorie, hanno fatto irruzione in varie redazioni urlando "Allah Akbar" e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov. Pare che conoscessero i nomi di almeno alcuni dei giornalisti. Lo confermerebbe il fatto che tra le vittime (erano presenti circa 40 giornalisti) figurino proprio le figure "storiche" del giornale, a partire dal direttore e da alcuni vignettisti. I killer si sono poi allontanati con un'auto che è stata ritrovata per strada nel 19/o arrondissement, estremità nordest della capitale. Secondo alcune testimonianze, in un primo momento avevano sbagliato indirizzo entrando prima al numero 6 di rue Nicolas Appert, mentre la sede del settimanale si trova al numero 10. Nella fuga i tre killer hanno sparato anche a due poliziotti. Uno di loro era a terra ferito, aveva alzato la mano per chiedere pietà ma invano: l'assassino gli è passato a fianco freddandolo. Immagini di questa terribile scena sonostati catturati da una telecamera, ma Avvenire.it ha deciso di non pubblicarlo per l'estrema crudezza e per rispetto della vittima. Uno dei due poliziotti aveva 49 anni ed era la scorta del direttore, l'altro, quello freddato dal killer, aveva 42 anni si chiamava Ahmed.
Le testimonianze. La disegnatrice Corinne Rey, detta Coco, che stava arrivando al giornale, ha raccontato di essere stata minacciata da uomini incappucciati davanti alla porta della sede. "Volevano entrare, salire. Ho digitato il codice". "Hanno sparato contro Wolinski, Cabu... …è durata cinque minuti. Mi ero rifugiata sotto una scrivania... parlavano perfettamente francese e dicevano di essere di al-Qaeda".
In televisione un testimone dice di aver visto l'agguato da un palazzo vicino: di aver notato due uomini incappucciati entrare nell'edificio, di aver udito poco dopo numerosi colpi da sparo e poi visto due uomini allontanarsi di corsa. I killer sono riusciti a scappare, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto.
La satira sull'islam. Sulla copertina dell'ultimo numero di Charlie Hebdo campeggia una foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi "Sottomissione", che racconta l'arrivo al potere in Francia un presidente islamico. Sull'account twitter del giornale era stato pubblicato, appena un quarto d'ora prima dell'agguato, una vignetta che irrideva il califfo dello Stato islamico al Baghdad.
Giornalisti in fuga sui tetti. Secondo le drammatiche immagini riprese dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions, gli attentatori avrebbero gridato "Vendicheremo il profeta". Un particolare che sembrerebbe confermare l'ipotesi di un attentato di matrice islamica. Da tempo il giornale era nel mirino dei fondamentalisti, a causa di alcune vignette considerate offensive per l'islam.
Un attentato nel 2011. Già qualche anno fa, nel novembre del 2011, la redazione di Charlie Hebdo era stata colpita da una bomba molotov alla vigilia della pubblicazione di uno «speciale» dedicato alla vittoria degli islamisti di Ennahda nelle elezioni in Tunisia: «Maometto direttore responsabile di Charia Hebdo» recitava il comunicato stampa che presentava l'iniziativa.