Francia. Il Consiglio di Stato francese: via la croce dal monumento a Wojtyla
Dovrà essere rimossa la croce che sovrasta il monumento eretto alla memoria di San Giovanni Paolo II in una cittadina della Bretagna. Lo ha stabilito oggi il Consiglio di Stato, massimo tribunale amministrativo francese, spiegando che la croce viola la legge del 1905 sulla separazione fra Stato e Chiesa.
Dono dell'artista russo Zurab Tsereteli, la statua è stata posta nel 2006 in una piazza della cittadina di Ploermel nel 2006. Il monumento comprende un arco di pietra, sopra il quale svetta una croce. Secondo il Consiglio di Stato, che ha accolto un ricorso della Federazione dei liberi pensatori del Morbihan, l'arco e la statua possono rimanere, ma la croce va rimossa perché la legge del 1905 proibisce di erigere monumenti religiosi nei luoghi pubblici, con l'eccezione di musei, cimiteri e luoghi di culto.
Già nell'aprile 2015 il tribunale amministrativo di Rennes aveva decretato che il gruppo scultoreo posto in una piazza della cittadina non sarebbe compatibile con la Costituzione e con la legge del 1905 di separazione fra Chiesa e Stato, trattandosi di un'opera troppo «vistosa». Alto in tutto 8 metri e sormontato da un arco che culmina in una croce, il gruppo concepito dallo scultore russo di origine georgiana Zurab Tsereteli dovrebbe dunque essere rimosso entro 6 mesi dal Comune. I giudici avevano infatti precisato che la sentenza «implica necessariamente che il monumento dedicato a papa Wojtyla, così com'è installato a Ploermel, venga ritirato dal sito attuale». In sé, invece, l'edificazione della sola statua non è stata giudicata contraria alla legge.
Questo giudizio in seguito era stato annullato nel dicembre 2015 dalla corte amministrativa d'appello di Nantes. Infine, è arrivato il nuovo annullamento da parte del Consiglio di Stato, con la motivazione che la croce, «a differenza dell'arco, costituisce un emblema religioso la cui installazione è contraria all'articolo 28 della legge del 9 dicembre 1905».
Alla fine del 2014 la stessa sigla laicista era riuscita a far parlare di sé ottenendo la rimozione di diversi presepi posti tradizionalmente in luoghi pubblici.