Violenze. Centrafrica: Francia invia altri 400 militari
La Francia ha deciso di inviare altri 400 militari nella Repubblica Centrafricana, portando così "temporaneamente a 2.000" uomini i suoi effettivi presenti in quel Paese. Lo ha annunciato l'Eliseo in un comunicato al termine di un Consiglio di difesa riunito dal presidente Francois Hollande. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, aveva chiesto a Parigi il dispiegamento di un maggior numero di soldati nella Repubblica Centrafricana per mettere fine alle violenze e stabilizzare il paese. Il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, intanto, ha lanciato un appello all'Unione europea affinché garantisca un "sostegno maggiore" all'intervento francese in Centrafrica. L'invio di rinforzi è "modesto", ha commentato Ayrault durante una visita a Nancy, nell'est della Francia, e "deve essere completato da un sostegno maggiore degli europei e da un impegno più forte a livello umanitario". "C'è un appello - ha aggiunto Ayrault - affinché le Nazioni unite subentrino molto rapidamente. L'Onu deve deciderlo, noi auspichiamo che la decisione sia presa il più rapidamente possibile". "L'aiuto migliore - ha concluso il premier - che potrebbe essere dato è un aiuto in trasporti e logistica".
Intanto l'Unicef esprime "profonda preoccupazione per le crudeli violenze che stanno uccidendo e mutilando i bambini nella Repubblica Centrafricana". "Le violenze contro i bambini stanno aumentando sempre di più, a seconda della loro appartenenza religiosa o comunitaria - afferma Manuel Fontaine, Direttore Regionale dell'Africa occidentale e centrale -. Le violenze delle parti in lotta nella Repubblica Centrafricana sono intensificate, sia nella capitale Bangui che nella parte centrale ed occidentale nel paese. Tutti i bambini devono essere protetti e le impunità devono finire". Sarebbeo 133 solo negli ultimi due mesi i bambini uccisi o mutilati. L'Unicef "ha notizie certe di casi di bambini decapitati o mutilati intenzionalmente e di bambini feriti in scontri a fuoco ai quali sono stati amputati gli arti, poiché molti di loro a causa degli scontri, non sono stati trasportati in tempo in ospedale per le cure. Nella città di Boali, a nord ovest della capitale, una vittima su quattro è un bambino; dagli inizi di dicembre 22 sono stati uccisi e 42 feriti. Le violenze - prosegue l'agenzia dell'Onu per l'infanzia - sono state commesse da tutti i gruppi. L'ultimo obiettivo della popolazione musulmana è stata l'evacuazione di tutte le comunità, con un incremento significativo del numero di bambini non accompagnati o separati dalle loro famiglie durante l'evacuazione. Questi bambini sono particolarmente a rischio. L'Unicef chiede ai governi, alle comunità, ai leader religiosi e della società civile "di intervenire" e che "le gravi violazioni contro i bambini siano perseguite e punite".