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Bioetica. La Francia inizia la riforma sul fine vita

Daniele Zappalà, Parigi lunedì 22 aprile 2024

L'aula del Senato francese

Oltralpe, fra molti timori e incertezze, è appena cominciato l’iter legislativo della nuova riforma sul fine vita voluta dal presidente Emmanuel Macron, favorevole a un’inedita breccia del "far morire" nel sistema francese.

Il dibattito parlamentare vero e proprio inizierà a fine maggio, ma è stato appena lanciato l’esame preliminare da parte di una commissione speciale, impegnata anche in una lunga serie di audizioni di esperti e personalità, che includerà i rappresentanti della Chiesa francese e degli altri culti.

L’esecutivo coordinato dal premier Gabriel Attal e le principali voci della maggioranza continuano ad assicurare che l’iter durerà «tutto il tempo che occorre», potendo sfociare anche al di là della fine dell’anno prossimo. Ma intanto, lo stesso governo ha già preso posizione per una forma «inquadrata» di suicidio assistito, nonostante la ferma opposizione di molte associazioni dei personali medico e paramedico.

Agnès Firmin-Le Bodo, che dirige la commissione speciale composta da 71 membri di tutti i gruppi politici, sostiene che la Francia vuole creare un proprio «modello» specifico, così da rispondere alle richieste dei pazienti, pur nel rispetto di «condizioni molto restrittive». Ma da più parti, sulla scorta di quanto è già avvenuto in Belgio, in Svizzera e in altri Paesi che hanno ammesso il principio del ‘far morire’, si sottolinea quanto frequenti possano divenire le derive, una volta che si è infranto il divieto di non dare la morte. Fra le prime audizioni, quella di Jean-François Delfraissy, presidente del Comitato etico consultivo nazionale d’etica, l’organismo che in un recente parere si è mostrato possibilista circa l’ipotesi di uno strappo, ma scatenando il dissenso interno di una parte dei propri membri.

Secondo molti osservatori, si tratta di un atto politico volto a stravolgere il quadro attuale, nonostante la legge oggi in vigore non sia stata finora attuata in pieno, in particolare sul fronte delle cure palliative.

Dopo aver espresso a più riprese profonda preoccupazione per le possibili conseguenze del nuovo cantiere legislativo, la Conferenza episcopale francese (Cef) ha designato un gruppo di 4 vescovi che seguirà da vicino e in dettaglio tutte le fasi dell’iter. Ne fanno parte mons. Vincent Jordy, arcivescovo di Tours e vicepresidente della Cef, mons. Matthieu Rougé, vescovo di Nanterre, mons. Pierre-Antoine Bozo, vescovo di Limoges e mons. Emmanuel Gobilliard, vescovo di Digne, Riez e Sisteron