Presidenziali. Ombre cinesi su Taiwan: si candida il fondatore di Foxconn
Terry Gou, miliardario e fondatore del colosso Foxconn che in Cina produce di iPhone
Terry Gou, miliardario fondatore del colosso Foxconn e suo presidente per lungo tempo, ha rotto ieri gli indugi per presentarsi come candidato indipendente in corsa per il Kuomintantg, l’ex partito nazionalista di Chiang Kai-shek che da nemico acerrimo di Pechino è diventato di fatto il partner privilegiato per una futura riunificazione. La meta sono le elezioni presidenziali del prossimo gennaio e anche se al momento le sue chance di vittoria sono basse perché correrà contro il candidato del partito di governo, quello Democratico progressista (Pdp) che proporrà alla presidenza l’attuale vice-presidente William Lai sono inferiori, può contare sul carisma personale e su una vice di grande notorietà, l’attrice, cantante e produttrice Tammy Lai Pei-hsia che nella popolare serie di Netflix Wave Makers interpreta una candidata alla presidenza.
Il tandem Gou-Lai è in grado di proporre temi di interesse per gli elettori. L’imprenditore di lungo corso e di modeste origini quella della necessaria integrazione con l’economia cinese, a partire dalla sua esperienza di guida dell’azienda che è la maggiore produttrice mondiale di componenti elettronici, principale fornitore di Apple, orgoglio di Taiwan ma che all’immenso mercato cinese, alle sue terre rare e alle sue fabbriche e maestranze deve molto. La donna di spettacolo taiwanese, quello della promozione di programmi di intrattenimento e idee sulle due sponde degli Stretti di Taiwan come strumento di integrazione ma anche l’impegno sociale che dall’inizio del 2023 l’ha vista condurre il rilancio del movimento “Me too” sull’isola.
Gou, che nel 2019 aveva lasciato il ruolo direttivo nella sua azienda per tentare di ottenere senza successo la candidatura del Kmt per le presidenziali dell’anno successivo, in questa occasione ha abbandonato anche il consiglio di amministrazione della Foxconn. Comunque, ha davanti una strada in salita. Anzitutto non è stato in grado finora di coordinare i programmi del Kuomintang con il proprio e con quello del piccolo Partito popolare di Taiwan in un fronte compatto contro il Pdp; in secondo luogo gli altri partiti in corsa non hanno ancora annunciato propri candidati e quindi occorreranno tempo e impegno per capire se l’imprenditore potrà essere un candidato condivisibile, data la distanza tra le varie posizioni. Infine, secondo il regolamento elettorale, Gou dovrà essere in grado di raccogliere 300mila firme entro il 2 novembre per proporsi come candidato indipendente insieme al suo vice.
La presentazione pubblica della duplice candidatura è caduta nello stesso giorno in cui il governo ha respinto il piano avanzato da Pechino per favorire l’integrazione economica tra l’isola che considera una provincia ribelle da riportare sotto il suo controllo e la provincia del Fujan. L’esecutivo taiwanese ha bocciato la proposta di misure “speciali” per aprire maggiormente alle aziende taiwanesi l’area costiera della Cina continentale prospiciente l’isola. Per Taipei “un futile tentativo” di migliorare l’immagine del Partito comunista agli occhi dei taiwanesi mentre nelle stesse ore decine di aerei da guerra cinesi entravano nell’Area di difesa aerea dell’isola.