Usa. Flop di Trump: gli immigrati irregolari raddoppiano
Migranti nei pressi di un punto di confine tra Messico e Stati Uniti vicino a Tijuana (Ansa)
La politica anti-immigrazione di Donald Trump al momento sembra rivelarsi un grande flop. È il New York Times a riportare gli ultimi dati in tema di ingressi irregolari negli Stati Uniti. Nel solo mese di febbraio più di 76mila immigrati senza documenti sono entrati nel Paese, addirittura il doppio di quanto avveniva sotto la presidenza Obama. Si tratta del quarto dato record negli ultimi cinque mesi, dato che va di pari passo con quello relativo alle persone fermate alla frontiera. Tra ottobre e fine febbraio la polizia ne ha bloccate 260mila, addirittura il 90 per cento in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
“I centri di accoglienza sono pieni, gli agenti combattono ogni giorno per tamponare le emergenze sanitarie e ormai nessuno di quelli che arrivano trova una sistemazione decente”, ha spiegato Kevin McAleenan, responsabile della sicurezza nella zona di confine. La politica di chiusura delle frontiere, insomma, non blocca il flusso migratorio. A cambiare, invece, secondo le autorità locali è la “tipologia” di stranieri in arrivo. Sono infatti aumentate le famiglie (sono state oltre 36mila lo scorso mese, erano 10mila due anni fa) e i minori non accompagnati (quasi 7mila, dai 2mila di due anni fa). Cambiano anche i Paesi di origine: a emigrare non sono più tanto i messicani, ma persone provenienti da Guatemala, Honduras, El Salvador, messe in fuga da povertà e violenza.
Molti di questi migranti risalgono in condizioni molto difficili tutto il Centroamerica stazionando per lunghi periodi in Messico, da dove poi provano lo sconfinamento negli Usa. Al centro anche delle invettive di Trump, in questi mesi, sono state le “carovane dei migranti”, con migliaia di stranieri riuniti in gruppi molto estesi per raggiungere con rischi minori il loro obiettivo. Proprio nelle ultime ore, peraltro, è emerso dai media Usa che le autorità statunitensi hanno creato un database segreto di giornalisti e attivisti legati alle carovane dei migranti. Questi documenti, secondo fonti dell’Amministrazione, contengono un elenco di persone da tenere sotto controllo al confine Usa-Messico.
La lista include dieci giornalisti, sette dei quali cittadini Usa, un avvocato statunitense e 47 persone originarie di Stati Uniti e altri Paesi che sono stati etichettati come organizzatori, istigatori o con ruoli “sconosciuti”. Nella lista ci sono poi promotori di organizzazioni come Border Angels e Pueblo Sin Fronteras. Oltre a contrassegnare questi individui in modo da sottoporli a controlli aggiuntivi, il dipartimento per la Sicurezza interna riferiva che gli agenti potevano anche creare dei dossier su ognuna delle persone incluse nell'elenco.