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ELEZIONI. In Europa crollo socialista Netta maggioranza per il Ppe

lunedì 8 giugno 2009
Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Portogallo... Per la sinistra le europee che si sono chiuse ieri sera rappresenta una preoccupante debacle che dovrà far riflettere i vari leader in giro per l'Europa. Il primo dato complessivo è dato dalla conferma dei Popolari come prima forza nel Parlamento Europeo: le proiezioni della notte danno al Ppe 267 seggi, mentre i socialisti si fermano a 159 seggi. Se anche si aggiungessero i 23 seggi del Pd (per collocati tra gli 88 'altrì), si arriverebbe comunque a 182 seggi, ben lontani dai popolari. "Sono molto deluso" ha ammesso il capogruppo uscente del Pse all'Europarlamento Martin Schulz.Ma è guardando in giro per l'Europa che si vede una performance tutt'altro che brillante per i socialisti, che possono consolarsi praticamente solo con gli scandinavi (sono arrivati primi in Danimarca e Svezia, che hanno governi di centro-destra), con la Grecia, anche questa governata dal centro-destra, o la Slovacchia dove vince la sinistra del premier Robert Fico. Basta guardare la Gran Bretagna, dove, stando almeno alle proiezioni, i laburisti del premier Gordon Brown subiscono l'umiliazione di scivolare al terzo posto, con una perdita di circa 9 punti (si fermano al 16,7%), scavalcati dagli ultra-euroscettici degli 'indipedentistì dell'Ukip, che ottengono il 17,2%. In cima, svettano i Conservatori di David Cameron, con il 25,9%. La Gran Bretagna è il caso più eclatante, ma ce ne sono altri. In Italia il Pd è indietro rispetto al Pdl. In Germania, la Cdu della cancelliera Angela Merkel, pur perdendo un paio di punti rispetto al 2004, è comunque a un notevole distacco dai socialdemocratici: 30,7% contro 20,8%.Duro colpo ha ricevuto il premier spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero, che si ferma al 38,51% contro il 42,23% dei popolari, ribaltando così il risultato delle europee del 2004. E il suo collega iberico, il premier portoghese Josè Socrates, non ha un destino molto migliore: i suoi socialisti sono solo secondo partito con il 26,58%, al primo posto c'è il centro destra di popolari e socialdemocratici(31,68%).E poi, non si può dimenticare il trionfo dell'Ump del presidente francese Nicolas Sarkozy: Alle europee conclusesi ieri è schizzato al 28% (era al 16,6%), mentre il Pse è crollato dal 28,9% di cinque anni fa a solo il 16,8%.  Il quadro prosegue spostandosi in Polonia, dove la Piattaforma Civica, il partito di centro-destra del premier Robert Tusk, ha quasi raddoppiato i voti, arrivando al 45,3%. In Austria vincono i popolari con il 29,7%, lasciandosi dietro i socialdemocratici del cancelliere Werner Feymann, fermi al 23,9%. Infine, in Bulgaria, Lituania, Lettonia, Slovenia e Cipro ampiamente in testa sono i partiti di centro-destra. In Romania si registra un quasi pareggio tra la sinistra socialdemocratica e gli alleati di centro-destra, i liberaldemocratici, che ottengono tra il 30 e il 31% dei voti. Catastrofe per i socialisti ungheresi, che precipitano al 17,37% mentre trionfa la destra moderata Fidesz (56,37%). Da registrare, peraltro, l'avanzata dell'estrema destra in vari paesi. Così il British National Party, un partito britannico di chiara matrica xenofoba e anti-islamica, conquista per la prima volta due seggi all'Europarlamento. In Olanda il partito islamofobo di Geer Wilders è arrivato secondo con il 16,4% dei voti, dietro solo ai cristianodemocratici del premier Jan Peter Balkenende (20%). E ancora, in Austria, l'estrema destra xenofoba del Partito della Libertà che fu di Joerg Haider e oggi è di Heinz-ChristianStrache che arriva quarto con il 13,1%. Da non dimenticare la Finlandia, con il 10% del Partito anti-immigrati e anti-Ue dei Veri Finlandesi, e soprattutto il 14,77% dell'estrema destra ungherese.