È forse l’atto più tragico del dramma mediorientale. Interroga la coscienza di tutti. Nelle terre dominate dal “Califfato islamico”, i bambini non giocano più alla guerra. Si preparano a combatterla. Alcuni costretti, altri “comprati” alle famiglie. Pochissimi sono i volontari orfani. Tutti vengono plagiati e indottrinati in campi di addestramento ad hoc. Ne hanno gli jihadisti dello Stato islamico (Is), ma anche quelli di al-Nusra, del Fronte islamico e di Junud al-Sham. Le immagini diffuse sono atroci. Fin dal titolo, un video propagandistico dell’Is, è emblematico: «Sangue della Guerra santa 2». Le sequenze sono girate in un poligono per soli minori nella provincia di Ninive, dedicato al fondatore di al-Qaeda in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi. Mostrano almeno 15 fanciulli intenti nel combattimento corpo a corpo; altri che armeggiano con fucili mitragliatori; altri ancora impegnati in qualcosa di molto simile a tattiche di fanteria. Gli integralisti dell’Is sanno benissimo che i bambini imparano con facilità ad impiegare armi automatiche leggere, poco pesanti e maneggevoli. Sebbene meno forti, sono più agili, spesso inconsapevoli dei rischi, se non addirittura sprezzanti. Si adattano più di altri a situazioni estreme. Sono “combattenti subdoli”, sfruttati per eludere più facilmente i controlli e ingannare l’avversario, che tende a considerarli innocui. Usciti dai campi dell’Is, formeranno gruppi standard, di 30-40 individui, spesso coetanei, comandati da pochi adulti. Alcuni finiranno in prima linea, altri si immoleranno per la causa, indossando cinture esplosive. È già avvenuto in Afghanistan, in Pakistan e in Mali, fra il 2010 e il 2013. Ma lo scempio dell’infanzia continua. Un altro video propagandistico dell’Is ritrae un campo di addestramento riservato a bimbi kazaki. Incerta l’ubicazione, anche se diverse fonti lo collocano nei pressi di Raqqa, in Siria. Spiccano minori in addestramento e “istruttori” che consegnano loro fucili di precisione. Sembrano americani, russi e austriaci. Una scena stringe su un piccolo kazako. Avrà meno di 16 anni. Assembla con cura un Kalashnikov. Poi farnetica, sfidando la videocamera: «Vi uccideremo tutti, miscredenti». Un poligono simile è stato bombardato il 23 novembre scorso proprio a Raqqa. Ma la città ne ospiterebbe diversi. Altri sorgono nei pressi di Aleppo. I ceceni di Junud al-Sham hanno le loro infrastrutture nell’area di Latakia. Tutte “dedicate” ai bambini-soldato.