La mobilitazione. Le proteste non fermano il boia in Vietnam
Le Van Manh aveva 41 anni
La mobilitazione internazionale non è bastata a salvargli la vita. Il Vietnam ha eseguito la condanna a morte di un uomo, Le Van Manh, 41 anni, per lungo tempo nel braccio della morte, nonostante i numerosi appelli internazionali per salvarlo. Nel 2005, Le Van Manh è stato accusato di furto, stupro e omicidio di una ragazza di 13 anni nella provincia settentrionale di Thanh Hoa. Secondo la Commissione internazionale dei giuristi (Icj, un'organizzazione non governativa), la polizia ha ottenuto sotto tortura una confessione di Le Van Manh che è servita per incriminarlo.
L'uomo ha poi ritrattato, affermando che la polizia lo aveva picchiato duramente. La Corte Suprema di Hanoi ha emesso la sua condanna a morte durante il processo d'appello nel 2008. Nguyen Ha Luan, un avvocato che ha assistito la famiglia di Manh nel chiedere al presidente vietnamita di bloccare l'esecuzione, ha pubblicato ieri sui social network il suo certificato di morte. "Secondo i rapporti e le lettere ufficiali, l'imputato Le Van Manh è stato giustiziato [...], la lettera di avviso di esecuzione è stata inviata alla famiglia", scrive su Facebook.
Al principio di questa settimana, contro l'esecuzione si erano dichiarate le missioni diplomatiche in Vietnam di Ue, Canada, Norvegia e Regno Unito, esortando le autorità del Paese alla clemenza. Amnesty International ha giudicato "ributtante" l'esecuzione, aggiungendo che le autorità vietnamite "sapevano che il caso Le Van Manh era intaccato da gravi irregolarità e violazioni del diritto a un giusto processo".