Erevan. Escalation militare nella terra caucasica contesa del Nagorno Karabakh. Violenti scontri fra le forze azere e quelle armene sono in corso lungo la linea di contatto che divide le parti coinvolte nel conflitto congelato dal ’94, ma di fatto riacceso, anche se a bassa intensità, negli ultimi anni. Il presidente russo Vladimir Putin ha sollecitato le parti a porre «immediatamente » fine ai combattimenti. Erevan afferma che un elicottero (o un drone) azero è stato abbattuto vicino alla linea di contatto che divide le parti, la distruzione di un carro armato e che incursori azeri arrivati nella regione sono stati «neutralizzati », accusando l’Azerbaigian di aver dato inizio alla pesante offensiva. Baku, a sua volta, accusa le forze militari armene di aver iniziato a colpire le postazioni azere lungo il confine di fatto e gli insediamenti in cui vivono gli abitanti del Nagorno Karabakh azeri: tra le vittime denunciate dagli azeri, in prevalenza militari, ci sarebbe anche un bambino. Ma, come sempre, la prima guerra si combatte sulle cifre. Una fonte del ministero della Difesa dell’autoproclamata Repubblica del Nagorno- Karabakh afferma che i militari azeri morti nei combattimenti sono «almeno 40 o 50». Baku ne “ammette” 12, mentre 18 sarebbero invece le vittime militari armene, contro le «cento» che afferma di aver «eliminato» invece il ministero della Difesa azero.