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Attacco a Londra. «Un taxista eroe mi ha salvato la vita»

Lucia Capuzzi lunedì 5 giugno 2017

«Non so chi tu sia ma mi hai salvato la vita». Comincia così la commovente lettera aperta scritta da Rhiannon Owen, 19 anni. La ragazza, che studia Scienze infermieristiche, sabato sera, si trovava di fronte a un bancomat. «Ho visto tutti correre. Ero al telefono con il mio ragazzo e gli ho chiesto: “Perché corrono?”. A quel punto, mi si è accostato un taxista e mi ha urlato: “Corri, subito. Va via, va via. A quel punto, mi sono girata e ho visto un uomo con un enorme coltello». L’avvertimento del taxista anonimo le ha fatto guadagnare quei minuti preziosi, indispensabili per potersi salvare. Da qui la scelta di Rhiannon di un pubblico ringraziamento: «Non so chi tu sia, ma ti devo la mia vita. Ho potuto scappare perché me lo hai detto tu: “Grazie, grazie, grazie”». Sono molti gli eroi anonimi che sabato a Londra hanno messa a repentaglio le loro vite per salvare degli sconosciuti. Come un agente della Metropolitan Police, fuori servizio, che ha affrontato i terroristi a mani nude sul London Bridge. O Chris, un altro taxista che ha provato a fermare il furgone-killer sulla Borough Street, colpendolo con la sua auto.