Olanda. «I turchi nell’Ue facciano 5 figli». Erdogan minaccia ondata di sfollati
Mentre dietro le quinte proseguono i contatti tra i partiti olandesi per la formazione del nuovo governo, resta il rebus sulla sorte del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e su quella del primo vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans. Entrambi sono esponenti dei laburisti olandesi, ovvero membri del partito che ha avuto un drammatico tracollo, passando dall’essere partner di governo del premier Mark Rutte nella grande coalizione uscente con 38 seggi a quasi scomparire con la conquista di soli 9 seggi nelle elezioni di mercoledì scorso.
La batosta del Pvda potrebbe insomma farsi sentire fino a Bruxelles: primo, negli orientamenti economici dei Paesi dell’eurozona, con la poltrona del ministro olandese delle Finanze ormai ad interim, e poi sulle politiche ad ampio raggio dell’esecutivo comunitario, con un peso ridotto del membro olandese nel Collegio dei commissari. Il mandato di Dijsselbloem alla presidenza dell’Eurogruppo «scade a gennaio 2018», si è affrettato a sottolineare il suo portavoce Michel Reijns, ma secondo diversi analisti la sua posizione resta a rischio. Quasi certamente i laburisti non faranno parte della nuova alleanza di governo olandese. Il liberale-conservatore Rutte guarda soprattutto ai cristiano-democratici, anche sei numeri per la maggioranza sono lontani.
Deve quindi decidere se trattare anche con partiti come i liberali- progressisti del D66 e con i Verdi, che però hanno posizioni divergenti con quelle del premier uscente su molti temi, a partire da quelli economici. L’unica certezza è che del governo non farà parte Geert Wilders, il leader populista e islamofobo che sperava nella vittoria ma che ha perso la sfida personale con Rutte, finendo solo ad un distante secondo posto.
Giovedì la presidente del Parlamento olandese, Khadiya Arib, ha annunciato la scelta del ministro della Sanità Edith Schippers, del partito di Rutte, come incaricata di compiere il primo round di consultazioni con i partiti. Si tratta del cosiddetto “informatore”, una figura politica che è incaricata di sondare il terreno. Schippers consegnerà mercoledì mattina un’informativa sulle possibili coalizioni di governo, affinché la Camera possa discuterne; l’informativa sarà resa pubblica e Schippers sarà invitata al dibattito per rispondere a ogni domanda sulle sue proposte. Una volta esplorate le varie possibilità, l’informatore nominerà il cosiddetto “formatore”, cioè un premier incaricato, con tutta probabilità lo stesso Rutte, in quanto leader del partito più votato.
A favorire la vittoria di Rutte è stata anche la gestione decisa della crisi diplomatica con la Turchia. Ieri, peraltro, il governo di Ankara è tornato a minacciare di far saltare l’accordo sui migranti siglato a marzo 2016. Il ministro dell’Interno, Suleyman Soylu, ha annunciato che la Turchia potrebbe inviare 15mila rifugiati al mese in Europa come risposta allo scontro diplomatico con Olanda e Germania. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, invece, ha esortato gli immigrati turchi nei Paesi europei a mettere al mondo almeno cinque figli, perché siano loro «il futuro dell’Europa».