Mondo

Congo. Epidemia di ebola nell'Est: i casi a quota duecento, 125 i morti

Paolo M. Alfieri venerdì 12 ottobre 2018

Operatori sanitari attivi contro l'ebola a Mbandaka, nelal Repubblica democratica del Congo (Ansa)

Crescono ancora i casi di ebola registrati nella Repubblica democratica del Congo: dall'ultimo aggiornamento di martedì scorso a ieri sono state segnalate 29 nuove infezioni confermate. E l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avverte: difficile garantire una risposta pienamente efficace all'epidemia, perché «è sempre più minata dalle sfide alla sicurezza nelle aree a rischio, in particolare Beni». L'agenzia Onu per la salute sottolinea infatti che c'è stato «un recente aumento dell'incidenza di nuovi casi di ebola» che in parte è il risultato proprio «della moltitudine di sfide affrontate dai team» in campo per fronteggiare il virus, oltre che del miglioramento delle attività di report delle infezioni e di sorveglianza da parte della comunità.

L'epidemia ha causato in totale 125 morti ed il numero di casi ha raggiunto la soglia dei 200, di cui 165 confermati e 35 probabili. Per rispondere all'attuale epidemia del virus, dichiarata lo scorso 1 agosto, il ministero congolese della Salute, con il sostegno dell'Oms ed altri partner, è all'opera su numerosi fronti (sorveglianza, identificazione dei contatti, sepolture sicure, informazione e vaccinazione). Ad oggi – ha riferito l'Oms – quasi 16mila persone sono state vaccinate.

L’Oms ha posto l’attenzione sugli "incidenti che hanno un forte impatto sia sui civili che sugli operatori in prima linea e che costringono a sospendere le attività di risposta all'Ebola, aumentando il rischio che il virus continui a diffondersi". L'Oms parla degli "episodi di conflitto tra ribelli e forze governative", ma anche, a livello di risposta delle comunità locali, di "sacche" di resistenza. Dei nuovi casi, 23 sono stati segnalati a Beni, 4 a Butembo, uno a Mabalako e uno nella zona sanitaria di Masereka nella provincia del Nord Kivu. "Quindici di queste infezioni confermate - spiega l'Oms - sono state collegate a casi noti o collegate retrospettivamente a catene di trasmissione all'interno delle rispettive comunità, mentre 14 rimangono oggetto di indagine".