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Elezioni Usa. Come funziona il voto postale. E perché sapremo in ritardo chi ha vinto

Redazione Internet mercoledì 4 novembre 2020

Una donna spedisce la sua scheda elettorale per posta in New Jersey

Il voto anticipato è il vero protagonista delle elezioni presidenziali del 2020. Prima del 3 novembre hanno infatti votato quasi 100 milioni di aventi diritto negli Stati Uniti. Degli oltre 99 milioni e mezzo di votanti dell’”early voting”, 35 milioni si sono recati alle urne di persona e oltre 63 milioni invece hanno votato per posta. A fornire i dati è lo Us Electoral Project dell’Università della Florida. Tutto fa dunque presagire un’affluenza record. Il voto per corrispondenza è stato incoraggiato soprattutto dai Democratici per evitare assembramenti rischiosi in tempo di pandemia durante il martedì delle elezioni. Mentre è stato osteggiato dai Repubblicani per paura che potesse sfavorirli nella corsa alla Casa Bianca. Tuttavia questa modalità di voto non è una novità per gli Stati Uniti.

Su 50 Stati americani, il voto per posta era già possibile in 34 territori. Si chiama “absentee ballot” e permette alle persone che non si trovano nella città di residenza il giorno delle elezioni, di votare richiedendo la scheda elettorale senza bisogno di fornire particolari giustificazioni. Il metodo risale al periodo della Guerra civile, quando i soldati al fronte non potevano fare ritorno per votare. Nel resto dei 16 Stati è presente un simile metodo di voto che però è riservato ad anziani, persone con disabilità, malati e carcerati in quegli Stati dove possono esercitare il diritto di voto. Alcuni Stati chiamano il voto per posta “mail-in ballot” perché la scheda elettorale viene spedita a tutti gli aventi diritto a prescindere dal fatto che sia stata richiesta o meno. In questo caso poi è il singolo elettore a scegliere se spedirla o riconsegnarla a mano. Nel 2016 il 25% dei voti totali è stato espresso per posta ma in questa tornata la percentuale è destinata a essere di molto superiore.

Il motivo per cui i risultati definitivi potrebbero tardare ad arrivare è perché alcuni Stati iniziano il processo di verifica e conteggio solo il giorno del voto. Altri invece processano le schede già da prima. Altri Stati ancora invece accettano le schede che arrivano per posta dopo il giorno del voto purché esse siano state spedite entro il 3 novembre. Tra questi anche Stati chiave in bilico come Pennsylvania, Minnesota e Nord Carolina. Dunque ogni voto conta, ora più che mai. Il voto postale potrebbe essere decisivo per assegnare la vittoria finale e potrebbe addirittura ribaltare nei prossimi giorni l’esito delineatosi nelle prime ore successive alla chiusura dei seggi.