Il voto. La Romania svolta a destra, con la Russia e contro l'Europa
Il candidato di estrema destra Georgescu, che ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania
È una porta sbattuta in faccia all'Europa e un benvenuto alla Russia il risultato del primo turno del voto presidenziale in Romania. A sorpresa, il più votato è stato il candidato di estrema destra e filorusso Calin Georgescu, che l'8 dicembre andrà al ballottaggio con la sindaca di centro-destra di una piccola città, Elena Lasconi, che ha superato di mille voti il premier uscente di centrosinistra, l'europeista Marcel Ciolacu, dato per favorito alla vigilia.
A Georgescu è andato il 22,94% delle preferenze, a Lasconi il 19,17, a Ciolacu il 19,15%. Quarto il nazionalista George Simion. "L'estrema destra è di gran lunga il grande vincitore di queste elezioni", ha commentato con l'Afp il politologo Cristian Pirvulescu.
L'estrema destra si è conquistata così un terzo dei voti, e quasi sicuramente la scelta al ballottaggio sarà tutta a destra fra moderati ed estremisti. Se Georgescu risultasse eletto, sarebbe un terremoto politico per la Romania: un Paese di 19 milioni di abitanti, membro della Nato, che finora ha resistito alle posizioni nazionaliste, a differenza delle vicine Ungheria e Slovacchia. Per più di trent'anni, a plasmare la politica di Bucarest è stato il partito socialdemocratico di Ciolacu. Ma con le crescenti preoccupazioni per l'inflazione e per la guerra in Ucraina (con la quale la Romania condivide 650 chilometri di confine), l'estrema destra ha guadagnato terreno.
Negli ultimi giorni Georgescu aveva lanciato una campagna virale su TikTok chiedendo di fermare gli aiuti all'Ucraina. Aveva anche espresso scetticismo sulla Nato. "Questa notte il popolo romeno ha gridato per la pace. E ha gridato molto forte, fortissimo", ha detto il vincitore del primo turno.
Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, il 24 febbraio 2022, per la sua collocazione geografica sul Mar Nero la Romania è diventata strategica. La posta in gioco in queste elezioni è alta. Il think tank New Strategy Center afferma ha definito "vitale per la Nato" il ruolo di Bucarest: da qui transita il grano che è la ricchezza dell'Ucraina e qui hanno base oltre 5mila soldati della Nato.