Proteste e sparatorie. In Egitto si riaccende la violenza
Ancora violenza in Egitto. Mentre l’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani esprime “estrema preoccupazione per il crescente giro di vite e per gli attacchi fisici" contro la stampa in Egitto ed i giornalisti di Al Jazeera in particolare. Intanto una delegazione dell'Unesco ha oggi visitato il Museo dell'arte islamica del Cairo per verificare i danni, gravissimi, subiti in seguito agli scontri delle scorse settimane dai preziosi manufatti qui conservati. Oggi gli scontri si sono riaccesi, durissimi, in diverse città. Tra queste Giza, la megalopoli che abbraccia anche parte del Cairo. Qui, nel distretto di Ain Shams, almeno 2.000 manifestanti pro-Morsi hanno ingaggiato una vera e propria battaglia con i residenti filo-esercito. I sostenitori del deposto presidente hanno dato anche vita a un sit-in in una piazza del quartiere. La polizia, affiancata da civili filo-esercito, ha aperto il fuoco contro dimostranti legati ai Fratelli Musulmani. Altri scontri sono in corso anche a Fayyum e Minya, a sud del Cairo. Lo riferiscono fonti della sicurezza, che parlano di "molti feriti" tra i dimostranti. Ci sarebbero però alcune vittime anche tra i poliziotti, in seguito all’assalto armato a un commissariato. La strada di el Haram che porta alle Piramidi è stata completamente chiusa dopo che i dimostranti hanno dato fuoco a pneumatici nel centro della carreggiata. Due ordigni sono inoltre esplosi davanti alla caserma delle forze di sicurezza egiziane, lungo la strada tra Il Cairo e Alessandria. Sul fronte del Sinai è invece di 31 jihadisti uccisi il bilancio degli ultimi sette giorni di offensiva militare dell'esercito e dell'aviazione egiziana. Lo affermano fonti militari. Nella stessa regione, negli ultimi giorni, sono stati uccisi un ufficiale e altri 7 militari.
Intanto l'Alto commissariato Onu per i diritti umani esprime "estrema preoccupazione per il crescente giro di vite e per gli attacchi fisici" contro la stampa in Egitto ed i giornalisti di Al Jazeera in particolare. Tutte le informazioni di violenza contro i giornalisti dovranno essere indagate in modo trasparente e indipendente, ha detto a Ginevra il portavoce dell'Ufficio dell'Alto commissario, Rupert Colville. Per l'Onu, suscita "grande preoccupazione" il recente annuncio del Procuratore generale egiziano di voler portare in giudizio 16 giornalisti locali e quattro giornalisti stranieri che hanno lavorato per Al Jazeera con accuse come "aiuto a un gruppo terrorista e di danneggiare l'interesse nazionale". Questo non ha solo evidenziato la sistematica presa di mira del personale di Al Jazeera dalla caduta del precedente governo nel luglio scorso, ma ha anche alimentato crescenti timori tra i media in generale, sia a livello nazionale che internazionale, ha detto Colville ricordando che cinque membri del personale dell'emittente basata in Qatar sono attualmente in detenzione. Ciò è "chiaramente molto dannoso per la libertà di espressione e di opinione", ha aggiunto. Il portavoce ha affermato che negli ultimi mesi ci sono state numerose segnalazioni di molestie, detenzioni e perseguimento di giornalisti egiziani e stranieri, e di attacchi violenti, in particolare con il ferimento di alcuni giornalisti che cercavano di coprire il terzo anniversario della rivoluzione egiziana, il week-end scorso. Alcune informazioni, non confermate, riferiscono di attacchi sia da parte di oppositori al governo che da dalla polizia o altre forze governative.