Il caso. Egitto, un seggio al comitato Diritti Umani Onu
Solo 10 giorni fa la madre di Giulio Regeni, Paola, gridava la sua rabbia davanti alla Commissione Diritti umani del parlamento di Bruxelles perchè l'Europa, e anche l'Italia, pretendesse chiarimenti dall'Egitto sulla morte del figlio. Oggi la notizia dell'elezione del paese a membro del Comitato Onu per i Diritti umani dove, dal 2017 al 2021, sarà rappresentato dall'ambasciatore Ahmed Fathallah.
Sulla pagina Facebook del ministero degli Esteri egiziano, il portavoce Ahmed Abu Zeid ha sottolineato che "la conquista dell'Egitto di una posizione nel comitato è importante in quanto rispecchia la fiducia della Comunità internazionale nel Paese e nell'impegno egiziano verso i propri doveri internazionali e manda un messaggio forte a quanti sono scettici riguardo al rispetto da parte dell'Egitto verso i propri obblighi costituzionali e internazionali per quanto riguarda i diritti umani".
Resta il fatto che negli ultimi anni molte organizzazioni di difesa dei diritti umani hanno denunciato, e continuano a denunciare, numerosi abusi compiuti dal governo e dalle forze dell'ordine del Paese.
Circostanza che sembra stridere con il compito del Comitato, un organismo composto da 18 esperti indipendenti che monitora l'applicazione da parte degli Stati membri della convenzione Onu sui diritti civili e politici, la cui assemblea si riunisce a Ginevra generalmente per tre sessioni l'anno.