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EGITTO. Mubarak cambia vertici Pnd Attentati a gasdotto e chiesa

sabato 5 febbraio 2011
Giallo sulle dimissioni del rais. La televisione di Stato egiziana aveva dato la notizia delle dimissioni di Hosni Mubarak dalla presidenza del partito Pnd con una scritta in sovraimpressione, mentre l'emittente araba al Arabiya, che aveva rilanciato la notizia, l'ha ritirata. Il Dipartimento di Stato americano, invece, ha sconfessato l'inviato speciale per l'Egitto Frank Wisner che aveva affermato che, secondo gli Stati Uniti, il presidente egiziano Hosni Mubarak dovrebbe restare in carica per gestire la transizione. «Abbiamo un grande rispetto per Frank Wisner e abbiamo apprezzato molto la sua disponibilità a recarsi in Egitto, ma dopo questo viaggio non ricopre più nessun incarico ufficiale», ha detto il portavoce Philip Crawley in dichiarazioni riportate dal sito della Bbc. «Le opinioni da lui espresse sono solo le sue - ha aggiunto Crawley - per queste osservazioni non si è coordinato con il governo degli Stati Uniti".  Dalle dichiarazioni di Wisner aveva preso le distanze anche la Casa Bianca attraverso una fonte che era voluta rimanere anonima.I vertici del Pnd di Hosni Mubarak, tuttavia, sono stati cambiati. Il nuovo segretario generale è Hossan Badrawy, che diventa anche presidente del comitato politico, al posto di Jamal Mubarak, figlio del rais. Badrawi sostituisce Safwat el Sherif come segretario generale del Pnd. El Sherif attualmente è anche presidente del consiglio consultivo, la Shura, equivalente al Senato. È stato ministro dell'Informazione ed è un fedelissimo del rais, proveniente dai servizi di sicurezza. Badrawi è un medico, proprietario di un ospedale al Cairo ed è considerato un esponente dell'ala liberale del partito. Nel dodicesimo giorno della rivolta contro il regime di Mubarak, decine di migliaia di manifestanti sono anche oggi in piazza Tahrir, al Cairo, all'indomani di quella che era stata definita la "Giornata della partenza" in cui la piazza aveva ancora chiesto a gran voce l'uscita di scena del presidente Hosni Mubarak. Al momento la situazione in piazza Tahrir appare tranquilla. L'esercito presidia gli accessi al luogo simbolo della rivolta e nella zona circostante ci sono check-point ogni 200 metri. Intanto di Egitto si parla inevitabilmente alla conferenza internazionale sulla sicurezza in corso oggi a Monaco di Baviera dove si è sollevato un coro che invita alla transizione rapida necessaria per la stabilità.Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha inoltre sottolineato che una «tempesta perfetta» si é abbattuta sulla regione e che «lo status quo non è sostenibile». In Egitto hanno avuto luogo i primi incontri tra governo e opposizione. Lo ha riferito il Dipartimento di Stato americano. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Philip Crowley, con un messaggio su Twitter ha reso noto che in Egitto «leader del Governo e dell'opposizione si sono incontrati oggi. Incoraggiamo un dialogo più allargato e ulteriori passi per costruire la fiducia nella transizione», ha aggiunto Crowley.ATTENTATI NEL SINAIUn'esplosione è avvenuta stamane in un gasdotto nei pressi della cittadina egiziana di El Arish, nel nord del Sinai. «È un atto di sabotaggio». Lo hanno detto fonti del governatorato del nord Sinai, spiegando che l'esplosione di questa mattina non ha provocato né vittime né feriti perché l'installazione è distante dal centro abitato. Le fonti hanno spiegato anche che l'incendio che è scoppiato dopo l'esplosione è stato domato. Intanto, in seguito all'esplosione nel gasdotto, è stato sospeso il flusso di gas verso Israele.Un ordigno è esploso invece nei pressi di una chiesa nella località egiziana di Rafah, nel Sinai. Secondo fonti locali, citate dal sito egiziano al-Youm al-Sabaa, la deflagrazione è avvenuta vicino la chiesa Mari Gerges, a poca distanza dall'ospedale locale e dal confine con la striscia di Gaza. Al momento non si contano feriti. Secondo il sito, i musulmani della città sono subito accorsi per aiutare i copti che si trovavano all'interno della chiesa al momento della deflagrazione.Intanto il premio Nobel per la pace ed ex direttore generale dell'Agenzia atomica internazionale Aiea, Mohammed el-Baradei, ha confermato in un'intervista alla Cnn di essere pronto a guidare l'Egitto. «Io voglio vedere questo Paese muoversi verso la democrazia, una democrazia basata sulla giustizia sociale», ha premesso el Baradei. «In ogni modo, se il popolo mi chiede di guidare il Paese, io non lo abbandonerò», ha assicurato.