Sanguinosi scontri tra sostenitori dei Fratelli Musulmani e le forze dell'ordine hanno segnato il quarto anniversario della Rivoluzione egiziana che durante la Primavera araba depose l'allora presidente Hosni Mubarak. Bilanci ufficiali provvisori citati dai media in serata
riferiscono di almeno 18 morti e una cinquantina di feriti.
Circa 150 gli arresti.
Già alla vigilia c'erano state manifestazioni disperse dalla
polizia che avevano causato la morte di una ragazzina di 17 anni
ad Alessandria venerdì e, il giorno dopo, di Shaimaa Al-Sabbagh,
attivista di un piccolo partito di sinistra secondo le più
recenti ricostruzioni raggiunta alla schiena da proiettili di
gomma sparati a distanza ravvicinata. I loro volti, freschi e
graziosi accostati nelle foto rilanciate su siti d'informazione
e social network, e l'immagine della militante di 33 anni fra le
braccia di un uomo che la soccorre le hanno rese in poche ore
icone della negazione del diritto di manifestare che colpisce i
Fratelli Musulmani ma anche altre formazioni non illegali.
Mentre nel 2011 milioni di persone colmarono l'enorme piazza
Tahrir al centro del Cairo, quest'anno l'immensa rotatoria era
chiusa da una ventina di blindati, filo spinato e barriere di
metallo con i colori della bandiera egiziana. In una capitale
relativamente deserta per paura degli scontri, anche altre parti
del centro sono state bloccate o presidiate in maniera massiccia
da forze dell'ordine ed esercito anche con armi pesanti.
Da particolari del bilancio di morti e feriti emerge che la
polizia ha usato la mano pensante in tre quarti dei casi ma
anche che i Fratelli Musulmani sono tornati a sparare come ai
tempi delle proteste contro la rimozione da parte dei militari
del presidente e loro leader Mohamed Morsi. Fra le vittime, in
gran parte (12) segnalate ad Al Matariyyah, un turbolento
quartiere filo-Confraternita nella periferia nord-est del Cairo,
c'è almeno anche un giovane poliziotto, riferisce il ministero
dell'Interno. Il dicastero ha sostenuto inoltre che un
manifestante ucciso ad Alessandria stava sparando con un mitra.
Altre due vittime della giornata erano "terroristi", secondo la
definizione ufficiale che indica in genere i Fratelli musulmani
messi al bando un anno fa, morti per l'esplosione del'ordigno
che stavano piazzando sotto un pilone. In serata circolavano
informazioni su altri due agenti uccisi "da sconosciuti" a Giza,
nell'ovest del Cairo.
Il bilancio è ancora inferiore ma si avvicina ai 29 morti
dell'anno scorso (in cui c'erano state però 14 vittime alla
vigilia) e il caos è stato accresciuto fra l'altro da un ufficio
circoscrizionale dato alla fiamme con bottiglie molotov sempre a
Giza e da un ordigno che ha ferito due poliziotti nell'est della
capitale.
Alla vigilia il presidente Abdel Fattah al Sisi, in un
discorso televisivo, aveva esaltato la rivoluzione anti-Mubarak
ma anche la "correzione" che la sollevazione di fine giugno 2013
aveva apportato dando l'occasione ai militari di cacciare gli
integralisti islamici rivelatisi troppo invadenti
istituzionalmente ed inefficienti.