L'Egitto chiede all'Italia di
allentare la pressione politica sul Cairo e sui suoi
investigatori sull'omicidio Regeni. Con il
presidente Abdel Fattah al Sisi
che ribadisce di essere pronto alla "piena trasparenza" mentre,
accanto al
presidente francese François Hollande, con i cui rappresentati l'Egitto ha firmato oggi accordi economici, parla di forze "malvagie" che cercano
di scuotere il Paese, di "farlo sgretolare con effetti
inimmaginabili".
LE PAROLE DI AL SISI. "Ciò che avviene in Egitto è
un tentativo di spaccare le istituzioni dello Stato, istituzione dopo istituzione" ha detto Al Sisi rispondendo a una domanda sul caso di Giulio Regeni nella conferenza stampa congiunta di ieri sera al Cairo con Hollande.
Il presidente francese, accusato dagli americani del
New York Time di aver tenuto
finora un "vergognoso silenzio" sul caso Regeni, è accanto a
lui e subito sottolinea che della vicenda "ha
parlato" con il presidente egiziano.
LE INDAGINI. Nelle indagini su chi abbia torturato a morte il giovane ricercatore italiano non
c'è nulla di nuovo. Il portavoce del ministero degli
Esteri
non smentisce però le parole a lui attribuite
dai media: la
richiesta "alla parte italiana di allontanare le
pressioni politiche dal caso" dato che bisogna "lasciare che gli
apparati competenti proseguano la loro missione".
Nella conferenza stampa con Hollande, il presidente egiziano
ha rinnovato le condoglianze alla famiglia
di Regeni e ha sostenuto che
le accuse agli apparati egiziani
puntano "a far cadere la polizia".
LE MOSSE DELL'ITALIA. La richiesta di allentare la pressione sull'Egitto arriva una
settimana dopo la conferma del ministro degli Esteri
Paolo
Gentiloni che l'Italia, "nei prossimi giorni", valuterà quali
sono le altre "misure da prendere" per ottenere una maggiore
collaborazione nelle indagini sul caso dopo il
richiamo a Roma per consultazioni dell'ambasciatore d'Italia al
Cairo, Maurizio Massari, disposto l'8 aprile.
L'Italia potrebbe inserire l'Egitto nella
lista dei paesi pericolosi compilata dalla Farnesina,
sconsigliandolo come meta per i turisti.
GLI ACCORDI EGITTO-FRANCIA. Il presidente francese
Hollande è alla sua seconda missione in Egitto, dopo quella
del 6 agosto per l'inaugurazione del raddoppio parziale
del Canale di Suez,
in splendente isolamento rispetto agli altri
leader occidentali. Alla testa di oltre 60 uomini di affari,
Hollande è arrivato in una capitale imbandierata di tricolore
francese e ha presenziato alla
firma di una trentina di accordi soprattutto economici nei campi di energia, infrastrutture e turismo a rinforzo di uno scambio commerciale da 2,6 miliardi di euro l'anno.