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L'appello. «Rinviate la Coppa d'Africa per l'Ebola»

mercoledì 5 novembre 2014
Ebola tocca anche il calcio. I vescovi del Ghana hanno chiesto alla Confederation of African Football (Caf) di posticipare il torneo per la Coppa delle nazioni africane 2015 (African Cup of Nations- Afcon 2015) prevista per il prossimo anno in Marocco, a causa della pandemia di Ebola, che colpisce alcuni Paesi dell'Africa occidentale. "Come membri della Conferenza Episcopale del Ghana, abbiamo seguito con forte interesse e attenzione le discussioni se il torneo del 2015 debba essere posticipato o meno a causa della minaccia della diffusione del virus Ebola in Africa occidentale e altrove, e siamo giunti alla conclusione che non sarebbe prudente tenere la competizione biennale il prossimo anno", afferma una lettera firmata da monsignor Joseph Osei-Bonsu, vescovo di Konongo-Mapong e presidente della Conferenza episcopale ghanese, indirizzata alla Caf, responsabile dell'organizzazione dell'evento, di cui copia è pervenuta anche all'Agenzia Fides. Il Ghana, insieme al Sudafrica, è stato indicato come una possibile alternativa al Marocco, il Paese dove a gennaio si dovrebbe tenere l'evento sportivo ma che ha chiesto di posticiparlo per la questione Ebola. La Caf ha però risposto che non intende posticipare l' African Cup of Nations ed ha dato tempo fino all'8 novembre alle autorità marocchine perchè confermino o meno la loro disponibilità a far disputare il torneo sul territorio. Il Sudafrica si è già detto non disponibile ad ospitare l'evento a differenza del Ghana, il cui Ministro dello sport ha affermato che il suo Paese è pronto ad ospitare Afrcon 2015. I Vescovi avanzano però dei dubbi, ricordando che "mancano solo due mesi e mezzo all'avvio della competizione e francamente pensiamo, che a parte le preoccupazioni sanitarie, non saremo in grado di realizzare tutti i provvedimenti logistici e infrastrutturali necessari prima del suo avvio". La lettera conclude ricordando che l'Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che il Ghana e altri 14 Paesi sono "probabili destinazioni della malattia" e quindi l'eventuale disputa sportiva aumenterebbe il rischio di contagio per l'afflusso di visitatori stranieri e di assembramenti di massa.