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Ebola. Ebola spaventa ancora: altri contagi in Liberia

PAOLO M. ALFIERI sabato 11 luglio 2015

Mentre all’Onu si cerca di ottenere nuovi aiuti contro l’ebola, il morbo che ha già causato migliaia di morti in Africa occidentale torna a preoccupare la Liberia, che era stata dichiarata dall’Oms libera dal virus. Altri due casi sono stati registrati nello stesso villaggio, Nedowein, in cui nei giorni scorsi erano stati segnalati tre contagi. Complessivamente quindi il numero di casi confermati, compreso il ragazzo di 17 anni morto il 28 giugno, sono cinque, come ha confermato il capo della squadra di gestione dell’ebola, Francis Kateh. Gli ultimi due malati, un ragazzo e una ragazza, sono stati portati mercoledì in un centro di trattamento vicino la capitale Monrovia, dove sono già ricoverati gli altri due pazienti. Finora 120 persone sono state messe in quarantena, e 14, considerate ad alto rischio, sono sotto monitoraggio. L’ultimo caso registrato in Liberia, prima di questi ultimi, risaliva al 20 marzo scorso: l’Organizzazione mondiale della sanità aveva dichiarato il Paese «ebola-free» il 9 maggio. Ancora da chiarire, peraltro, la fonte del contagio per il ragazzo 17enne poi morto.

Oltre ai nuovi casi liberiani, nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio l’Oms ha segnalato 18 casi in Guinea e 9 in Sierra Leone: a Freetown il governo ha deciso di estendere il coprifuoco sulle aree colpite dal virus. Si è trattato della settimana peggiore, come numero di malati, da metà maggio. Nonostante ciò, sono stati fatti progressi sul fronte della comprensione delle catene di trasmissione del virus rispetto a un mese fa: sono infatti calati i casi di cui è ignota la fonte di contagio (solo 5). Secondo gli esperti, il virus resterà comunque una minaccia ancora a lungo, oltre ad avere ulteriori conseguenze. Stando a un rapporto di Banca mondia-le, oltre 4mila donne potrebbero morire nei prossimi mesi per le complicazioni del parto nei Paesi colpiti da ebola. La perdita di medici e infermieri, falcidiati dal virus, è destinata infatti a far aumentare enormemente la mortalità materna. Secondo il documento in Guinea la mor- talità materna aumenterà del 38 per cento, in Sierra Leone del 74 per cento e in Liberia potrebbe addirittura raddoppiare.

Oltre cinquecento fra medici e infermieri sono morti a causa di ebola, su un totale di oltre 11mila vittime. «La perdita di operatori sanitari – ha osservato Markus Goldstein, economista della Banca Mondiale – può far tornare questi Paesi al livello di 15-20 anni fa». All’Onu, intanto, gli ultimi due giorni hanno visto i governi di Guinea, Liberia e Sierra Leone invocare altri aiuti. L’obiettivo è di raccogliere al più presto 3,2 miliardi di dollari, da utilizzare nei prossimi due anni. «Il mondo non può aspettare che l’epidemia sia completamente finita per iniziare a sostenere il rilancio» dei tre Paesi più colpiti, ha evidenziato David Nabarro, inviato speciale delle Nazioni Unite per ebola. Dalla Commissione Europea è stato annunciato un nuovo contributo di 450 milioni di euro che porta a 869 milioni il totale offerto finora dalla stessa Commissione. Se a questo dato si sommano le donazioni degli Stati membri, gli aiuti promessi dalla sola Unione Europea raggiungono quota 1,8 miliardi di euro.