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Ospedale di Dallas. Ebola, a Dallas decine in osservazione

lunedì 13 ottobre 2014
La lista delle persone messe "sotto stretto controllo" per aver trattato il paziente "zero" morto di Ebola a Dallas si allunga: una fonte coperta dall'anonimato citata dalla Cnn parla di "decine" di persone, tra cui molti medici e paramedici che si erano presi cura di Thomas Eric Duncan. ​Contagiata un'infermiera. Le autorità sanitarie del Texas hanno individuato un nuovo caso: si tratta di un infermiera dell'Health Presbyterian Hospital di Dallas che ha curato Duncan, ma che in ogni contatto con lui ha sempre indossato l'abbigliamento protettivo. Evidentemente c'è stata una violazione del protocollo per la prevenzione, hanno affermato anche le autorità.  Al via l'indagine. Ora la nuova paziente è in isolamento, le sue condizioni vengono definite stabili. Si tratta della prima persona che ha contratto il virus negli Usa, poiché Duncan si era ammalato in Liberia. La paziente ha avuto "contatti estesi" con Duncan, in "molte occasioni", ha detto Tom Frieden, il direttore dei Centri per controllo e prevenzione delle malattie (Cdc). "Ad un certo punto ci deve essere stata un'infrazione al protocollo, e il risultato è questa infezione", ha affermato, aggiungendo che i Cdc eseguiranno una indagine approfondita in merito. "I protocolli funzionano", ha insistito Frieden, "ma sappiamo che anche un singolo errore o mancanza può portare ad un'infezione". «Non isoliamo i Paesi africani». Si diffonde la paura. Si tratta di parole pronunciate per tentare di rassicurare, ma l'ansia per il virus che ha finora causato la morte di quasi 4.000 persone in Africa Occidentale continua a crescere. E non solo negli Usa. Tanto che anche il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha sottolineato che "non bisogna terrorizzare il mondo rispetto ai Paesi africani che stanno vivendo il dramma di Ebola", in particolare Sierra Leone, Liberia e Guinea. Al contrario, le ha fatto eco il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, "dobbiamo agire in fretta senza isolare" i Paesi africani in cui si trovano i focolai del virus, perché "non abbiamo scelta".    L'India cancella summit internazionale. Al punto che l'India ha cancellato un summit con 54 nazioni africane previsto a dicembre, in cui erano attesi circa mille delegati. La decisione, ha detto un portavoce del ministero degli esteri di New Delhi, è stata presa "dopo una attenta valutazione e dopo aver preso atto delle possibili difficoltà logistiche che dobbiamo affrontare in seguito all'infezione di Ebola in alcune parti dell'Africa".