Ghana. I «droni umanitari» in Africa: vaccini nei luoghi più isolati. 24h al giorno
I droni hanno una brutta fama in Africa. Assassinii mirati in Somalia, localizzatori di ribelli in Mali, ricerca di miniere nella Repubblica democratica del Congo. Operazioni, spesso segrete, che continuano tuttora. Questa settimana, però, è stata lanciata la più grande rete di distribuzione di vaccini nel mondo grazie all’uso di «droni umanitari».
Gavi, la alleanza pubblico-privato per i vaccini fondata dal magnate statunitense Bill Gates, ha scelto il Ghana per tale iniziativa. «Zipline, una società della California, utilizzerà i droni per effettuare consegne su richiesta – ha spiegato Seth Berkley, direttore di Gavi –. Il servizio sarà operativo 24 ore su 24 e servirà oltre 2mila strutture e circa 12 milioni di persone». I medici avranno la possibilità di ordinare i vaccini via Sms. I droni trasporteranno così il materiale necessario a destinazione, lasciando cadere i pacchi a terra con un paracadute. Sempre più organizzazioni e società, straniere e locali, lanciano droni nei cieli di vari Stati del continente nero. L’obiettivo principale è di poter raggiungere con più facilità aree remote dove auto, moto, camion, elicotteri e aerei non potrebbero arrivare senza affrontare grandi rischi o ritardi.
Gli ostacoli possono infatti essere diversi: strade impraticabili per fango e pioggia. Percorsi inaccessibili a causa di gruppi armati o militari regolari. Vie sbarrate dalla caduta di un ponte o la distruzione di una diga. O ancora, terreni potenzialmente cosparsi di mine e altre possibili trappole. Il drone umanitario diventa quindi un mezzo per risparmiare soldi, tempo e energia.
Nel 2017, Malawi e Unicef hanno lanciato un corridoio per provare l’uso dei cosiddetti Veicoli aerei senza-pilota (Uav). Si tratta del primo centro africano in cui i droni hanno un ruolo focalizzato solo sull’aiuto umanitario. L’utilizzo dei droni a scopo umanitario non è però semplice. Nel corso degli anni si sono riscontrati problemi tecnici e umani. È capitato, per esempio, che i droni umanitari fossero scambiati per quelli militari, provocando così terrore tra la gente.
In Centrafrica il drone di un’organizzazione occidentale è invece caduto nella capanna di una famiglia locale danneggiando la casa e ferendo almeno una persona. Il responsabile dell’incidente è stato rapidamente rimpatriato per evitare problemi con la giustizia centrafricana. «I droni usati nelle missioni umanitarie affrontano contesti caotici e caratterizzati da risorse limitate – sostengono gli esperti –. Produrre delle linee guida a livello internazionale per l’uso dei droni è quindi sempre più necessario».