Etiopia. Droni contro un campo profughi, colpita anche una scuola. «56 morti»
Un sopravvissuto al bombardamento in ospedale a Dedebit
Almeno 56 persone sono state uccise e altre decine sono rimaste ferite in un attacco aereo su un campo profughi a Dedebit, nel nord dell’Etiopia. Lo ha riferiscono Bbc e Reuters, citando operatori umanitari. Immagini diffuse sui social mostrano persone curate in una scuola.
Le non meglio specificate fonti locali hanno anche fornito fotografie di feriti, tra cui bambini, nello Shire Shul General hospital di Dedebit nel Tigrai. Non è chiaro come o perché la scuola sia stata colpita.
L’attacco sarebbe tra i più gravi compiuti negli ultimi tempi dall’aviazione di Addis Abeba che da tempo ormai utilizza i droni (soprattutto turchi) per colpire i miliziani del Tigrai. Vanificando in questo modo la tregua di fatto dichiarata dal premier Abiy Ahmed.
E giunge a pochi giorni da un altro bombardamento contro il campo di profughi di Mai Aini, sempre nel Tigrai, denunciato dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi con l’uccisione di due bambini e un adulto. In sostanza, da un lato il governo etiope non accenna a limitare gli attacchi, in una realtà come quella del nord, da mesi di fatto isolata agli aiuti internazionali.
Dall’altro, però, Abiy cerca legittimazioni. Va infatti letta in questo senso la liberazione di un noto leader d’opposizione etiopico arrestato durante sanguinose proteste del 2020, Eskinder Nega.
Il governo etiope ha anche annunciato il rilascio di un numero imprecisato di politici, inclusi membri del Fronte di liberazione popolare del Tigrai (Tplf). Dal canto suo il segretario generale dell’Onu, António Guterres, non ha potuto che accogliere con favore i rilasci, invitando le parti a «consolidare questo significativo passo verso il rafforzamento della fiducia concordando una cessazione delle ostilità e un cessate il fuoco duraturo, nonché avviando un dialogo nazionale credibile e inclusivo».